Coppa Italia

Il Bologna vince la Coppa Italia, meritatamente grazie alla sua progettualità

Scritto da Luca Bortuzzo, 15 Maggio 2025 - Tempo di lettura: 3 minuti

Trionfo storico, la Coppa Italia torna a Bologna dopo 51 anni: grazie a Italiano centrata la terza della storia ed accesso diretto all'Europa League

Dopo cinquantuno anni di attesa, il Bologna ha finalmente riportato a casa la Coppa Italia, conquistandola con una prestazione efficace contro un Milan deludente. Il successo, che porta la firma e i segni del tecnico Vincenzo Italiano, segna non solo la conquista del trofeo, ma anche la qualificazione diretta alla prossima Europa League. È il giusto riconoscimento a un progetto costruito con competenza dalla dirigenza felsinea, a partire dal presidente Joey Saputo, che si è circondato di collaboratori validi come Di Vaio, Fenucci e Sartori – quest’ultimo artefice dell’arrivo di Ndoye, il protagonista della serata.

Bologna

Il Bologna vince la sua terza Coppa Italia

Un Olimpico colorato di rossoblù e un Milan specchio dell’intera stagione

Lo stadio Olimpico di Roma si è trasformato in un’autentica festa per i circa 30.000 tifosi bolognesi accorsi da tutta Italia (e anche dall’estero), desiderosi di vivere una notte storica. Presenze simboliche come Gianni Morandi, Cesare Cremonini, Beppe Signori e Robi Baggio, oltre a migliaia di sostenitori comuni, hanno contribuito a creare un’atmosfera unica. Anche chi non c’è più, come Mihajlovic e Bulgarelli, sembra avessero partecipato idealmente alla celebrazione.

Il gol che ha deciso l’incontro è arrivato all’8’ della ripresa. Dopo un’azione ben costruita, Remo Freuler ha lanciato Santiago Castro, tenuto in gioco per pochi centimetri. Theo Hernandez ha provato ad intervenire, ma il pallone è finito sui piedi di Dan Ndoye. L’esterno svizzero ha avuto la freddezza di aspettare il momento giusto, accentrarsi e concludere con un tiro preciso sul primo palo, superando Maignan.

Il Milan non reagisce. Dopo aver subito il gol, il Milan non è più riuscito a rialzarsi. I rossoneri, apparsi poco incisivi, non hanno trovato risposte dai giocatori chiave come Reijnders e Pulisic, Leao neanche a parlarne. Nemmeno i cambi iperoffensivi, con l’inserimento di Walker, Joao Felix, Gimenez, Chukwueze e Abraham, sono riusciti a cambiare l’inerzia della gara.

La sconfitta in finale è lo specchio fedele di una stagione disastrosa per il Milan, iniziata con l’addio a Maldini e Massara e proseguita con l’esonero di Pioli. La nuova gestione tecnica e dirigenziale non ha saputo dare stabilità, lasciando la squadra in balìa di incertezze. Errori nella costruzione della rosa, confusione ai vertici e l’incapacità di trovare un nuovo direttore sportivo sono solo alcuni degli elementi che hanno contribuito al fallimento.

Una partita intensa a tratti, senza troppi sussulti

Il primo tempo ha regalato emozioni nei primi dieci minuti, con occasioni da entrambe le parti. Maignan e Skorupski si sono distinti per parate importanti, soprattutto su Castro e Jovic. Il Milan ha cercato di sfondare a sinistra con Leao, mentre il Bologna ha costruito principalmente sulla fascia opposta. Polemiche sono sorte per un presunto fallo di Beukema su Gabbia in area rossonera, giudicato non punibile dal VAR.

Nel primo tempo, le emozioni si sono concentrate nei primi dieci minuti, con interventi decisivi dei portieri. Il gioco si è sviluppato principalmente sulle fasce, ma senza particolari sviluppi concreti. Non sono mancate le polemiche per un presunto fallo in area rossonera, non sanzionato né dall’arbitro né dal VAR.

Sul piano tattico, Italiano ha sorpreso con alcune scelte iniziali, mentre Conceiçao ha cercato di cambiare volto alla partita nel secondo tempo, senza però trovare soluzioni vincenti. Il Bologna ha saputo gestire il vantaggio con ordine e attenzione, difendendo con lucidità fino al termine dell’incontro.

Italiano ha saputo sorprendere con la scelta iniziale di Castro al posto di Dallinga, mentre Conceiçao ha tentato un assalto finale passando al 4-2-3-1, ma senza successo. I rossoblù hanno gestito il vantaggio con ordine, passando a una difesa a tre nel finale per blindare il risultato. L’intensità è rimasta alta fino alla fine, ma il Milan non è mai riuscito a impensierire seriamente la retroguardia avversaria.

La serata di Italiano, la delusione di Conceiçao

Per Vincenzo Italiano è il primo trofeo importante della carriera, un successo che chiude il cerchio dopo diverse finali mancate. Per Conceiçao, invece, potrebbe essere l’ultima partita alla guida del Milan, chiudendo una parentesi poco fortunata. È stata la notte del Bologna, che si gode il momento, consapevole di aver scritto una pagina memorabile della propria storia calcistica.

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