Cosa resta di questo Milan, dopo la sconfitta di Coppa Italia: ecco le speranze residue di andare in Europa
Conceição sempre più sotto pressione, ma l'ombra di una stagione da dimenticare per l'intera dirigenza potrebbe salvarlo. Cosa serve al Milan per andare in Europa
Il Milan esce sconfitto dalla finale di Coppa Italia contro il Bologna, perdendo così non solo l’opportunità di alzare un trofeo, ma anche quella di garantirsi un posto nella prossima edizione dell’Europa League. La rete decisiva di Ndoye per i rossoblù all’Olimpico ha spento le ultime certezze di una squadra in affanno, che ora rischia concretamente di rimanere fuori dalle competizioni europee per la prima volta dal 2019-2020.

Male Conceicao, il suo contributo non è riuscito a dare al Milan la scossa tattica cercata
L’ottavo posto e lo spettro dell’esclusione dalle coppe
Con questa sconfitta, il Milan resta fermo all’ottavo posto in classifica, a due giornate dal termine della Serie A. Il distacco è di tre punti dal sesto posto – l’ultimo utile per l’accesso alle coppe – attualmente occupato dalla Roma. Più avanti ci sono Juventus e Lazio, entrambe a quota 64 punti. Se non dovessero arrivare risultati utili, per i rossoneri si profilerebbe una nuova stagione senza Europa, come già accaduto per ragioni sportive nel 2016-2017, o per violazioni regolamentari nel 2019-2020.
Nonostante la situazione complicata, la classifica ancora lascia aperto uno spiraglio: con 60 punti, il Milan è ancora aritmeticamente in corsa per un posto in Champions League, ma dovrebbe vincere entrambe le prossime partite e sperare in una combinazione favorevole di risultati altrui. Decisivo si preannuncia lo scontro diretto con la Roma, in programma proprio all’Olimpico, che potrebbe indirizzare il futuro europeo della squadra di Conceição.
Se raggiungere la sesta posizione dovesse rivelarsi troppo difficile, al Milan potrebbe bastare anche il settimo posto per qualificarsi almeno alla Conference League. Tuttavia, ciò sarà possibile solo nel caso in cui il Bologna – già qualificato in Europa League grazie alla vittoria in Coppa – concluda il campionato nelle prime sei posizioni. In questo scenario, la settima classificata erediterà il posto nella terza competizione continentale.
Da rivale a possibile alleato: il ruolo del Bologna
Paradossalmente, ora il Bologna – appena uscito vincitore nello scontro diretto – potrebbe diventare un prezioso alleato per i rossoneri. Se la formazione di Vincenzo Italiano dovesse chiudere il campionato nei primi sei posti, favorirebbe proprio il Milan, permettendogli di accedere alla Conference League anche senza migliorare la propria attuale posizione in classifica. In caso contrario, solo le prime cinque andrebbero in Europa League insieme al Bologna, e il sesto posto diverrebbe l’ultima chance per evitare un’esclusione totale dalle coppe.
Il bilancio della stagione del Milan
Alla luce della situazione, il bilancio per il Milan è impietoso. Dopo il fallimento in Coppa Italia e una stagione di alti e bassi in campionato, i dirigenti – tra cui Furlani, che ha definito l’annata “fallimentare” – e il tecnico Conceição, sempre più sotto pressione, devono ora affrontare una corsa contro il tempo per salvare il salvabile. Senza l’Europa, il progetto tecnico e societario subirebbe un durissimo colpo.
La stagione 2024-2025 del Milan si è caratterizzata come una delle più negative dell’ultimo decennio, contrassegnata da scelte gestionali controverse, cambiamenti ai vertici societari, difficoltà tecniche e risultati deludenti, culminati con la sconfitta nella finale di Coppa Italia. Fin dall’inizio, il percorso si è rivelato complicato, generando crescente insoddisfazione tra tifosi e osservatori.
Durante l’estate 2024, la società ha interrotto il rapporto con Paolo Maldini e Frederic Massara, protagonisti dello Scudetto 2022 e della rinascita tecnica del club. La decisione, maturata per divergenze con la proprietà sul futuro del progetto sportivo, ha segnato una netta rottura con il recente passato, lasciando un vuoto che la nuova dirigenza, guidata da Giorgio Furlani, non è riuscita a colmare con efficacia.
Alla guida tecnica è stato poi affidato Sérgio Conceição, con l’intento di riportare ordine e competitività. Tuttavia, il tecnico portoghese non è riuscito a imprimere una chiara impronta tattica alla squadra, spesso sbilanciata e priva di soluzioni efficaci nei momenti decisivi. Le prestazioni in campionato e in Europa sono risultate discontinue, facendo emergere limiti strutturali e strategici.
Nel corso dell’anno la squadra ha evidenziato una netta mancanza di continuità, alternando poche vittorie significative a numerosi passi falsi, in particolare contro formazioni largamente alla portata dei rossoneri. A due giornate dalla fine della Serie A, il Milan si trova all’ottavo posto, fuori dalla zona qualificazione alle coppe europee, con il rischio di restarne escluso, come non accadeva dal 2019-2020.
La sconfitta di Coppa contro il Bologna rappresenta l’occasione mancata per riscattare una stagione deludente e garantirsi almeno l’accesso all’Europa League. Il gol decisivo di Ndoye ha sancito una sconfitta pesante e ha sollevato ulteriori dubbi sulla tenuta del progetto tecnico.
Conceição ha evitato commenti sull’arbitraggio nel post gara, lasciando trasparire tensioni interne allo spogliatoio tali da non permettere la ricerca di alibi esterni. L’ambiente appare diviso e il ciclo tecnico – mai iniziato – sembra già giunto al termine, con un’ulteriore rifondazione inevitabilmente alle porte. La stagione è il frutto di errori dirigenziali e mancanza di visione strategica. L’instabilità in panchina e l’assenza di risultati hanno segnato un anno a vuoto per il club, il cui futuro europeo è ora fortemente compromesso.
Potrebbe interessarti anche: