Milan-Monza 2-0, vittoria che non placa le proteste dei tifosi
Restano invece in panchina Leao e Theo Hernandez, due dei giocatori più criticati dell’annata, mentre Joao Felix, scelto titolare, cerca riscatto con un gol che però serve solo a fissare il punteggio finale
Il Milan saluta il campionato con una vittoria per 2-0 sul Monza, ma l’atmosfera a San Siro è tutto fuorché festosa. Nonostante il risultato positivo, la partita si gioca in un clima di profondo malcontento da parte dei tifosi milanisti, delusi da una stagione conclusa senza traguardi significativi. Il Monza, già condannato alla retrocessione, non oppone grande resistenza e subisce le due reti che decidono il match: apre Gabbia con un colpo di testa su calcio d’angolo, chiude Joao Felix con un gol che mette al sicuro il punteggio.

Milan-Monza: sfida conclusiva della Serie A 2024/2025 a San Siro
La Curva Sud insorge: cori e striscioni contro la dirigenza
L’attenzione però è tutta rivolta alla protesta del tifo organizzato. Gli ultras della Curva Sud, già nei primi minuti del match, manifestano il proprio dissenso nei confronti della società, esponendo sugli spalti la scritta gigante “Go Home” e abbandonando poi lo stadio dopo un quarto d’ora. La contestazione non si ferma qui: all’intervallo piovono fischi e l’insoddisfazione si estende anche al resto dei presenti. I bersagli della protesta sono la squadra al completo, fatta eccezione per Reijnders e Pulisic, gli unici risparmiati dai cori critici.
L’unico momento di entusiasmo arriva all’inizio della ripresa, quando Camarda entra in campo al posto di un opaco Jovic. Il giovane attaccante riceve l’unico vero applauso della serata, segno di come il pubblico veda in lui una speranza per il futuro. Una vittoria che chiude il campionato ma non risolve le fratture tra la squadra, la dirigenza e il suo pubblico. Il campionato del Milan non è stato per niente facile. Iniziato sotto il segno di Fonseca e concluso sotto la guida di Conceição, che doveva subentrare per ripristinare il ruolo centrale di Leao nell’undici iniziale, finendo invece per eclissarsi e incidere pochissimo in un Milan che chiude la stagione da ottavo in classifica, a 63 punti.
La gestione tecnica e societaria del Milan in questa stagione è stata uno dei punti più discussi e criticati dall’ambiente rossonero. L’allenatore, mai pienamente convincente nella guida del gruppo, ha faticato a dare identità e continuità di gioco alla squadra, alternando moduli e scelte tattiche spesso contestate. Le sostituzioni poco efficaci, la gestione discutibile di alcuni uomini chiave e l’incapacità di reagire nei momenti cruciali hanno contribuito al progressivo calo di rendimento e all’esclusione dalle competizioni principali. La vittoria della Supercoppa Italiana lenisce in parte la posizione del portoghese.
Sul fronte dirigenziale, le critiche si sono concentrate soprattutto sul mercato estivo e invernale, ritenuto insufficiente per rinforzare adeguatamente l’organico. Alcuni acquisti si sono rivelati poco incisivi o inadatti al progetto tecnico, mentre l’assenza di un vero leader nello spogliatoio ha pesato nei momenti di difficoltà. L’episodio emblematico è la dura contestazione della Curva Sud, che non ha risparmiato nessuno della dirigenza, chiedendone apertamente le dimissioni. La spaccatura tra società e tifoseria rende evidente la necessità di un cambiamento profondo per rilanciare il club nella prossima stagione.
Alcuni giocatori chiave, come Leao e Theo Hernandez, non hanno inciso come nelle stagioni precedenti, mentre nuovi innesti come Gimenez e Joao Felix non sono riusciti a garantire continuità. Gli unici ad aver mantenuto una certa affidabilità sono stati Pulisic e Reijnders. Il malcontento della tifoseria, esploso platealmente nell’ultima partita contro il Monza, è il segno tangibile di una stagione chiusa tra rimpianti e incertezze per il futuro.
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