Il Monza retrocede ufficialmente in Serie B: fine di un ciclo, arriva la prima sentenza del campionato
Una stagione nata male e finita peggio per i lombardi, che dovranno ricominciare dalla serie cadetta. Per loro l'augurio di un pronto ritorno in Serie A
Con il pesante 4-0 incassato in casa contro l’Atalanta, il Monza riceve la prima sentenza definitiva della stagione: è la prima squadra a salutare matematicamente la Serie A. A tre turni dalla fine, i brianzoli non possono più colmare il distacco con le dirette concorrenti e vedono così concludersi il loro triennio nella massima divisione nazionale. La retrocessione arriva con un bilancio estremamente negativo: soli 15 punti raccolti in 35 gare, appena due vittorie e un rendimento che non è mai decollato.

Alessandro Nesta non è riuscito a salvare il Monza, in una stagione stregata
Un’annata disastrosa: numeri e difficoltà di una crisi mai risolta
Il campionato del Monza è stato segnato da continuità negativa e da una cronica incapacità di reagire. La formazione guidata da Alessandro Nesta – che aveva preso il posto dell’uscente Raffaele Palladino – ha conquistato solo due vittorie in trentacinque partite, uno contro la Fiorentina e uno contro il Verona. Numeri che raccontano una stagione complicata sin dall’inizio, dove la squadra non è mai riuscita a inserirsi concretamente nella corsa salvezza.
I brianzoli, oggi ultimi con 15 punti, rischiano addirittura il record negativo assoluto in un campionato a 20 squadre con la formula dei tre punti. Per evitare tale primato, dovranno racimolare almeno due punti nelle ultime tre gare e agganciare i 17 della Salernitana dello scorso anno.
Tre stagioni tra luci e ombre, iniziate col botto (e con il ricordo del Presidente Berlusconi)
La retrocessione chiude un ciclo iniziato nel 2022/2023 con l’esordio assoluto in Serie A e un sorprendente undicesimo posto con 52 punti. Il Monza, allora guidato da Palladino, stupì tutti al debutto nella massima serie. La seconda stagione confermò la competitività del gruppo con una dignitosa dodicesima posizione a quota 45. Ma l’annata attuale ha visto un brusco crollo delle ambizioni e dei risultati.
Il club brianzolo ha vissuto un’estate di profondi cambiamenti. In panchina, via Palladino e dentro Alessandro Nesta, poi esonerato e rimpiazzato da Salvatore Bocchetti, salvo infine richiamarlo per chiudere la stagione. Il disorientamento tattico si è sommato a cessioni cruciali: addii pesanti come quelli di Michele Di Gregorio, Andrea Colpani, Daniel Maldini, Warren Bondo e Milan Đurić hanno indebolito profondamente l’organico. L’assenza di leadership e qualità si è tradotta in una lunga serie di sconfitte (sei consecutive) e in un’astinenza da gol che dura da oltre 480 minuti.
La sfida contro l’Atalanta ha ulteriormente evidenziato il divario tecnico tra le due squadre, che si affrontano in una sorta di derby senza bandiera e a senso unico. I nerazzurri di Gasperini, in piena lotta per un posto in Champions League, hanno dilagato con la doppietta di Charles De Ketelaere e le reti di Ademola Lookman e Marco Brescianini. Il Monza ha tentato timidamente di reagire, ma si è infranto costantemente contro la difesa bergamasca e un attento Marco Carnesecchi.
La retrocessione del Monza chiude una favola che, per due stagioni, ha dato lustro al progetto costruito da Adriano Galliani e Silvio Berlusconi. Non è una bocciatura, perché i successi non devono fare ombra alle reali ambizioni di una neopromossa. Ora il club dovrà ripartire da una riflessione profonda: sulla guida tecnica, sulla ricostruzione dell’organico e sulla capacità di affrontare un campionato di Serie B tutt’altro che semplice. La sfida sarà quella di risalire, ma con basi più solide e idee più chiare.
Il sogno Serie A, nato con entusiasmo e consolidato in due anni, si è tacitamente concluso con una stagione da incubo. Ma nel calcio, come nella vita, ogni caduta può essere l’occasione per ricostruire. E il Monza ha le risorse per farlo, speriamo anche la voglia.
Potrebbe interessarti anche: