Motta-esonero, storia del fallimento del progetto Juventus: dal Bologna alla Champions pensando di lottare per lo scudetto. Esonero concreta possibilità
Juventus, notte da incubo contro il Benfica: pioggia di fischi e critiche per Thiago Motta. Ma la vera colpa è della dirigenza
La Juventus di Thiago Motta incappa in una sconfitta pesante contro il Benfica, subendo un secco 0-2 all’Allianz Stadium. Questo risultato non solo complica il cammino in Champions League, costringendo la squadra ai playoff contro Milan o PSV Eindhoven, ma mette in evidenza le difficoltà di un gruppo che fatica a trovare identità e solidità. L’incapacità di costruire gioco e una difesa troppo vulnerabile hanno scatenato la reazione furiosa del pubblico, che ha sommerso di fischi la squadra e il tecnico.

Thiago Motta, esonero più vicino, anche se non nell’immediato
La Juventus non riesce a spezzare la sua maledizione contro il Benfica. Per la quinta volta nella storia della Coppa dei Campioni/Champions League, i bianconeri escono sconfitti contro la formazione portoghese. L’ultimo capitolo di questa serie negativa si è scritto ieri sera all’Allianz Stadium, con un pesante 0-2 che non solo ha sancito il sorpasso in classifica da parte dei lusitani, ma ha anche affossato ulteriormente il morale della squadra di Thiago Motta. Dopo il recente ko in campionato contro il Napoli, questa sconfitta conferma il momento critico della Juve, tra il malcontento dei tifosi e l’incertezza in vista del sorteggio per gli spareggi di Champions, che vedrà i bianconeri affrontare il PSV Eindhoven o, in un’ipotesi ancora più delicata, il Milan in un derby europeo.
Capello boccia Motta: “Scelte inspiegabili”
Nel post-partita, Fabio Capello, intervenuto su Sky Sport, ha espresso giudizi molto critici sulla gestione tattica di Motta. L’ex allenatore ha sottolineato come la Juventus sia apparsa disorganizzata e priva di una struttura chiara in campo, evidenziando gli errori del tecnico: “Come si può pensare di avere ordine quando si cambiano sei giocatori e li si schiera in posizioni inedite? Mi chiedo cosa si aspettasse“. Un’analisi spietata, che trova eco nella reazione del pubblico, sempre più insofferente nei confronti della nuova gestione.
Thiago Motta ha optato per una formazione sperimentale, schierando Yildiz trequartista, Koopmeiners inizialmente in panchina e adattando Weah e McKennie come esterni difensivi. Al centro dell’attacco, Vlahovic ha guidato l’offensiva, supportato da Douglas Luiz al posto di Locatelli. Tuttavia, l’inizio della Juventus è stato disastroso: dopo appena trenta secondi, l’ex bianconero Di Maria ha costretto Perin a un primo intervento decisivo. La difesa juventina ha subito mostrato grosse crepe, con Mbangula che ha provato a impensierire la retroguardia avversaria, ma Perin è stato ancora protagonista nel negare la rete a Schjelderup.
Il vantaggio del Benfica è arrivato inevitabilmente poco dopo il quarto d’ora: Pavlidis, già autore di una tripletta contro il Barcellona nel turno precedente, ha sfruttato un assist di Bah e una disattenzione clamorosa di Gatti per insaccare da pochi passi. L’infortunio di Kalulu ha costretto Motta a inserire Locatelli in difesa, ma la Juventus ha continuato a mostrare evidenti segnali di fragilità. Il malcontento sugli spalti è cresciuto progressivamente, fino a trasformarsi in una pioggia di fischi prima dell’intervallo. L’unico sussulto positivo è arrivato da Perin, che ha respinto un tiro a botta sicura di Pavlidis, tenendo in vita i suoi.
Nel secondo tempo la musica non è cambiata. Il Benfica ha gestito senza problemi il ritmo della partita, sfruttando la lentezza e l’imprecisione della Juventus. Il possesso palla dei bianconeri è stato sterile, con Vlahovic completamente isolato e privo di occasioni da rete. Kokcu ha sfiorato il raddoppio, mentre Di Maria ha continuato a creare problemi alla difesa juventina.
Motta ha provato a cambiare le carte in tavola inserendo Koopmeiners e Nico Gonzalez. La Juventus ha tentato una timida reazione, con Trubin costretto a un intervento su Douglas Luiz, ma è stato ancora Kokcu a chiudere definitivamente i conti, sfruttando le enormi lacune difensive bianconere. Alla Juventus non è rimasto altro che incassare la sconfitta, mentre sullo Stadium calava il sipario con un’atmosfera di sconforto e delusione.
Motta: “Colpa mia, ma guardiamo avanti”
A fine gara, Thiago Motta ha ammesso le proprie responsabilità: “Il Benfica ha meritato la vittoria. Nel primo tempo sono stati superiori, nella ripresa abbiamo fatto meglio, ma non abbastanza per cambiare il risultato“. Il tecnico ha poi cercato di guardare avanti: “Ora dobbiamo resettare e concentrarci sulla prossima partita“. Tuttavia, le difficoltà della squadra iniziano a pesare e il suo futuro potrebbe complicarsi se i risultati non dovessero migliorare.
Problemi in difesa e mercato bloccato
A peggiorare la situazione, l’infortunio di Kalulu, uscito per un problema fisico che andrà valutato nei prossimi giorni. Motta ha cercato di difendere alcune scelte forzate, come l’adattamento di Locatelli in difesa, ma i limiti della rosa sono evidenti. La Juventus ha bisogno di rinforzi, soprattutto nel reparto arretrato, ma la dirigenza per ora non sembra intenzionata a intervenire in maniera significativa sul mercato.
Tifosi esasperati, dirigenza delusa
L’ambiente alla Continassa si fa sempre più pesante. La squadra ha vinto solo una delle ultime otto partite tra Serie A e Champions League, e i tifosi stanno perdendo la pazienza. Anche in società serpeggia un certo malcontento: il progetto Giuntoli-Motta, partito con grandi ambizioni, sta faticando a decollare e la panchina del tecnico inizia a scottare.
Quale futuro per la Juventus? Nonostante tutto, il club non ha intenzione di mettere in discussione Motta nell’immediato. Il tecnico avrà ancora tempo per lavorare, ma la prossima sfida contro l’Empoli sarà già un crocevia fondamentale. Un altro passo falso potrebbe aprire scenari imprevisti, mettendo in serio pericolo il progetto bianconero. Per ora, la qualificazione ai playoff di Champions e il quarto posto in campionato sono gli unici appigli rimasti alla Juventus di Thiago Motta.
Motta e la sfida Juventus: un salto pieno di insidie rispetto al Bologna
Il passaggio di Thiago Motta dalla panchina del Bologna a quella della Juventus ha rappresentato per lui un cambiamento radicale sotto ogni aspetto. Se con i rossoblù il tecnico italo-brasiliano aveva costruito un progetto solido e ambizioso, con la Juve si trova ora a gestire una pressione completamente diversa, aspettative altissime e un ambiente che non concede tempo per gli esperimenti.
Allenare il Bologna ha permesso a Motta di lavorare con relativa serenità, senza l’ossessione del risultato immediato e con la possibilità di sviluppare gradualmente la sua idea di calcio. La squadra emiliana, con un’identità chiara e un gruppo compatto, ha sorpreso in Serie A grazie a un gioco propositivo e ben organizzato.
Alla Juventus, invece, la situazione è molto più complessa. La squadra è reduce da stagioni difficili, con cambi di allenatore e una transizione ancora in corso. Qui non basta costruire un bel gioco: servono vittorie immediate e trofei. Ogni passo falso viene amplificato dai media e dai tifosi, rendendo l’ambiente molto più esigente rispetto a quello vissuto a Bologna.
Pressione, aspettative e gestione dello spogliatoio
Uno degli aspetti più critici per Motta è la gestione della pressione. Alla Juventus, perdere due partite di fila (come contro Napoli e Benfica) scatena subito discussioni sul suo operato e mette in dubbio il progetto tecnico. Ogni scelta viene analizzata nei minimi dettagli, e il margine d’errore è ridotto al minimo.
Anche la gestione dello spogliatoio è molto diversa. Al Bologna, Motta aveva un gruppo affiatato e giovane, pronto a seguirlo senza particolari resistenze. Alla Juventus deve invece confrontarsi con giocatori di caratura internazionale, alcuni con forte personalità e abituati a vincere. Imporre le proprie idee tattiche diventa quindi più complicato, soprattutto se i risultati non arrivano subito.
Thiago Motta è un allenatore con idee precise: vuole una squadra che giochi un calcio propositivo, con costruzione dal basso e aggressività nel pressing. Tuttavia, alla Juventus sta faticando a trasmettere i suoi concetti. I bianconeri appaiono spesso disordinati in campo, con difficoltà sia nella fase difensiva che in quella offensiva.
Nel Bologna il sistema di gioco funzionava perché tutti i giocatori erano perfettamente integrati e c’era tempo per perfezionare i meccanismi. Alla Juventus, invece, i continui cambi di modulo e di interpreti stanno creando confusione, e il livello degli avversari rende ogni errore più pesante. La vera sfida di Motta alla Juventus è il tempo: quanto ne avrà a disposizione per dimostrare il suo valore? La società, almeno per ora, lo sostiene, ma se i risultati non dovessero migliorare in fretta, il rischio di finire nel mirino delle critiche è altissimo.
Il passaggio da una squadra ambiziosa come il Bologna a un club storico come la Juventus non è mai semplice. Motta deve adattarsi rapidamente a una realtà molto più esigente, trovando il giusto equilibrio tra le sue idee e la necessità di ottenere vittorie immediate. Solo così potrà affermarsi anche su una panchina così prestigiosa e complicata. Ma il tempo non è galantuomo e la Champions inizia a farsi complicata.
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