Con Mazzarri al Timone, resta da capire che Napoli sarà: nuovo ruolo per Kvaratskhelia e Zielinski più offensivo?
Ecco le nuove possibili Svolte Tattiche dell'Attacco del Napoli, cambierà tutto con il ritorno di Mazzarri?
Il ritorno di Walter Mazzarri è stato appena ufficializzato e la “nuova” guida del Napoli suscita grande curiosità sulle possibili modifiche tattiche che il tecnico toscano potrebbe apportare all’assetto della squadra, con un occhio di riguardo all’attacco.
Dopo la triste parentesi di 152 giorni di Rudi Garcia, Mazzarri si trova a dover rivitalizzare una squadra che, nonostante abbia sul petto lo stemma dello Scudetto 2023, ha perso il suo smalto. Il tecnico toscano, tornato a Napoli a distanza di dieci anni dal suo ciclo, desta alcune curiosità agli appassionati di tattica: una delle domande più grandi riguarda l’assetto tattico che adotterà, si affiderà al suo marchio di fabbrica, la difesa a tre, o opterà per il 4-3-3 modulo meno consono ma più adatto alla rosa azzurra?

Cosa fare per risollevare questo Napoli?
La difesa a tre sembra imprescindibile
Se Mazzarri dovesse optare per la difesa a tre, ci sarebbero modifiche sia in difesa che in attacco. Victor Osimhen sarebbe ancora la certezza nell’attacco. Dopo l’infortunio che lo sta tenendo fermo nelle ultime settimane, si prevede il suo ritorno in campo contro l’Atalanta.
In un possibile ritorno al 3-5-2 o al 3-4-2-1, Khvicha Kvaratskhelia potrebbe vedersi assegnare un nuovo ruolo, passando da esterno offensivo a seconda punta, più centrale e vicino alla porta. Questo cambiamento potrebbe richiamare alla mente le gesta di Ezequiel Lavezzi nell’era precedente di Mazzarri, sebbene con caratteristiche diverse.
Piotr Zielinski, in un 3-4-2-1, potrebbe avanzare il suo raggio d’azione riducendo i compiti da mediano e aumentando la sua propensione offensiva. Questo cambio di posizione potrebbe far partire il paragone con Marek Hamsik, dando a Zielinski il compito di cercare maggiormente la porta.
Nel caso Mazzarri optasse per un tridente offensivo, la gerarchia rimarrebbe invariata, con Osimhen come perno centrale supportato da Kvaratskhelia e Politano. In questo scenario, Raspadori e Giovanni Simeone resterebbero “soltanto” delle alternative principali al centro dell’attacco, come avvenuto nella scorsa stagione.
Il compito di Mazzarri sarà anche quello di recuperare giocatori chiave come Elmas e di valorizzare Lindstrom, arrivato in estate per una somma considerevole ma finora fuori dai ranghi. La prossima partita contro l’Atalanta sarà la prima occasione per capire le scelte tattiche di Mazzarri e comprendere come il Napoli si evolverà sotto la sua guida, con gli occhi puntati di un pubblico che vorrebbe rivedere la stessa verve del gruppo spallettiano ammirato nello scorso campionato.
Ecco cosa manca e cosa dovrà garantire il ritorno di Mazzarri
Se Elmas era il dodicesimo uomo di Spalletti, un motivo c’era. Letteralmente dimenticato da Garcia, probabilmente da rimettere al centro delle gerarchie sulle fasce. Il Cholito è stato il titolare aggiunto in attacco, usato come vice Osimhen (in una stagione comunque in cui i risultati venivano chiusi almeno 30 minuti prima del 90), adesso è fortunato se qualcuno lo avvista in panchina. Probabilmente, in un gioco in cui i cross in area saranno il centro dell’azione, Simeone servirà come il pane.
Mario Rui si è visto scavalcare nelle gerarchie dal più giovane Olivera, perdendo fiducia e rendimento: eppure sembrava un regista aggiunto con Spalletti, servira anche per i calci piazzati e come uomo cross per le punte. Kvara forse quello che più ha mal digerito l’arrivo del tecnico francese: sostituito sempre, spesso quando non era necessario, messo in discussione e sovrapposto con Olivera, finendo per pestarsi i pidedi. Il sofferente georgiano è l’uomo da cui far ripartire questo Napoli, considerando che Victor Osimhen si vede già lontano dal golfo, probabilmente prima della prossima estate.
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