Svolta in casa Napoli, Walter Mazzarri torna sulla Panchina dopo Rudi Garcia
Dopo l'esonero di Garcia è ripartito, quasi in contemporanea, il toto allenatore. Sembrava Tudor il profilo più adatto, che però pretende due anni di contratto. Allora la virata decisiva verso un usato sicuro.
Nella mattinata odierna, la notizia arriva lungo la città di Partenope: Walter Mazzarri, allenatore toscano, prenderà nuovamente il comando della panchina del Napoli. Mazzarri, noto più che altro per il suo celebre gesto dell’orologio, fa ritorno dopo ben 10 anni a Napoli, dopo l’ultima gara del 19 maggio 2013.

Un ritorno inatteso, quando sembrava Tudor il successore di Garcia. Ma non era meglio tenere il francese?
Questo ritorno assume un carattere romantico e suggestivo per uno degli artefici del passato azzurro. Sotto la guida di Mazzarri, la città campana ha riscoperto il gusto delle competizioni europee, contribuendo alla “riqualificazione” del marchio “Napoli” dopo anni di militanza nelle categorie inferiori. Inoltre, seppur in misura limitata, il tecnico ha forse giocato un ruolo fondamentale nelle fondamenta di quel percorso che negli anni ha portato allo Scudetto, se lo consideriamo come il culmine di un cammino lungo e accidentato.
La notizia del ritorno di Mazzarri
La notizia è stata accolta con una miscela di ilarità generale e perplessità. Alcuni ritengono che guidare il Napoli Campione d’Italia sia una sfida troppo grande per un allenatore che dopo l’era Lavezzi-Cavani ha raccolto solo delusioni, come l’Inter del 2014. C’è chi invece focalizza l’attenzione sul “personaggio” Mazzarri, ponendo più enfasi sulla sua personalità che sulle sue reali capacità di dirigere questo gruppo. In una recente intervista, Mazzarri ha dichiarato di aver seguito tutte le gare del Napoli della scorsa stagione, di conoscerne gli schemi a fondo e di essere pronto per tornare a Napoli. Detto fatto.
Il Mazzarri-bis rappresenta una mossa strategica e pensata con cura. Se sarà una storia destinata a fallire o un successo, sarà una questione che solo il tempo potrà risolvere.
Diciamo che tra gli allenatori attualmente disponibili Mazzarri è indubbiamente uno dei pochi a conoscere profondamente l’ambiente napoletano e l’ambizione europea. Forse uno dei pochi che avrebbe (ed ha) accettato un contratto breve, fino al 30 giugno 2024. La scelta di inserire nuovamente Mazzarri sembra essere stata dettata da una strategia ben ponderata e preparatoria quindi per il futuro prossimo del Napoli. La squadra aveva bisogno di un “traghettatore“, termine che può risultare ingeneroso ma che riflette la necessità di stabilizzare la situazione attuale anziché affidarsi a un allenatore – il francese – completamente estraneo al contesto.
Inoltre, considerando gli aspetti economici, il presidente del Napoli ha dimostrato lungimiranza inserendo una clausola “possibile esonero” che permetterà di risparmiare sul futuro, evitando costi aggiuntivi per un ulteriore nuovo allenatore. Un aspetto da non trascurare in un momento in cui la gestione oculata delle risorse finanziarie è essenziale per la salute economica della società.
Da un punto di vista tattico, l’arrivo di Mazzarri suggerisce un desiderio di ritrovare un calcio più offensivo, richiamando il gioco di Luciano Spalletti. La squadra cerca di recuperare quell’anima ribelle che ha dominato il campionato in passato. Il carattere non prevaricatore di Mazzarri potrebbe rappresentare un’opportunità positiva, anche se, come sempre, questo potrebbe comportare rischi.
A Napoli, si osserva e valuta con attenzione questo nuovo capitolo nella storia calcistica azzurra che sa già di minestra riscaldata, ma che deve avere il sapore di una stagione ancora troppo prematura per essere buttata via dalla scellerata gestione Garcia.
l Ritorno di Mazzarri e le Possibili Modifiche Tattiche del Napoli
Con l’annuncio del ritorno di Walter Mazzarri sulla panchina del Napoli, emerge l’ipotesi di un cambiamento significativo nell’assetto tattico della squadra, attuale campione d’Italia. In particolare, l’annuncio del nuovo allenatore dovrebbe portare con sé la transizione dal consolidato 4-3-3, che ha caratterizzato la gestione di Luciano Spalletti, al 3-5-2, modulo che ha mantenuto in passato con con Inter, Watford e Cagliari.
Per quanto riguarda il possibile schieramento in campo, Meret dovrebbe mantenere il suo ruolo, mentre in difesa, Rrahmani potrebbe agire come perno centrale, affiancato da Ostigard e Natan. Juan Jesus, già allenato da Mazzarri all’Inter, potrebbe essere un’alternativa valida al centro o sulla sinistra.
A centrocampo, si prospetta una combinazione di Anguissa e Lobotka, con Zielinski che potrebbe avanzare in mezzala. Sulle fasce, Di Lorenzo rimane saldamente a destra, mentre Olivera e Mario Rui sono candidati per il ruolo di esterni sulla sinistra.
Per quanto concerne l’attacco, Osimhen manterrà il ruolo di punta, mentre la novità più delicata potrebbe essere l’adattamento di Kvaratskhelia come seconda punta.
La situazione di Matteo Politano e Giacomo Raspadori rappresenta il vero rebus tattico. Politano, solitamente schierato come riferimento offensivo di destra nel 4-3-3, potrebbe vedere cambiare il suo ruolo nel nuovo sistema di gioco. Raspadori, utilizzato come falso nove per compensare l’assenza di Osimhen, potrebbe vedere ridimensionato il suo ruolo in caso Mazzarri optasse per la coppia d’attacco con Osimhen e Kvaratskhelia, diventando un doppione di Simeone. I nodi più importanti da sciogliere, in tema di ridimensionamento, se questa è la strada seguita dal Napoli, potrebbe essere la probabile partenza del duo Osimhen-Kvaratskhelia, che a questo punto aprirebbero lo scenario di un attacco titolare composto da Simeone e Raspadori, che per collocazione tattica ricorderebbero quello più famoso Cavani-Lavezzi.
La probabile formazione del Napoli con Mazzarri potrebbe assumere la seguente configurazione: Meret in porta; Ostigard, Rrahmani, Natan in difesa; Di Lorenzo, Anguissa, Lobotka, Zielinski, Olivera a centrocampo; Kvaratskhelia e Osimhen in attacco.