Bilancio settimana di Champions: bene l’Inter, benino il Napoli, male la Lazio. Il Milan ha l’alibi di aver trovato di fronte dei campioni
Quindi due vittorie e due sconfitte sono il risultato della settimana europea delle italiane. Nel bene e nel male in Europa c'è da lavorare per il nostro calcio.
Finisce malamente la settimana europea delle italiane. Sconfitte clamorose per 3-1 (la Lazio) e 3-1 (il Milan) in due trasferte che non ricorderemo certamente negli annali ed umore a terra per due squadre molto concrete come i rossoneri ed i biancocelesti. Quella che fa più male è la sconfitta degli uomini di Sarri che vanno sotto di tre reti per poi siglare il rigore della bandiera al minuto 83: l’allenatore incappa nei soliti errori quando affronta squadre con una certa struttura fisica che pressano bene a centrocampo, sperando troppo nello stato di grazia dei propri fantasisti che, quando incappano nella giornata sbagliata, lo fanno avvertire a tutta la squadra.
Per il Milan invece poco da dire, lo ha sperimentato la Juventus nella sua ultima avventura in Europa, i parigini sono forti ed in casa lo sono ancora di più. Le motivazioni date dal tecnico spagnolo sono veramente forti, e si vede il tocco nel gioco dove chiusura totale delle linee di passaggio e pressing costante ma composto sono un vero e proprio marchio di fabbrica per questo nuovo PSG.
Quelle che hanno tenuto alto il blasone tricolore in Europa questa settimana sono Inter e Napoli. Certo, compito facile ma non troppo per gli uomini di Inzaghi, che in casa rischiano di pareggiarla e soltanto la concessione di un rigore ha dato la possibilità di chiuderla in vantaggio. Non l’Inter che ti aspetti in Europa, anche se a discolpa di Inzaghi, questa gara è stata caratterizzata da qualche innesto per dare respiro a giocatori che le hanno praticamente giocate tutte, vedi Sanchez che prende il posto del francese Thuram (e segna il gol del vantaggio), Frattesi e Carlos Augusto.
La gara del Napoli in terra tedesca
Il Napoli vince di misura, un uno a zero all’Olympiastadion contro l’Union Berlino che sa di occasione mancata per dare un senso al gioco che lo scorso anno ha incantato in Europa contro Liverpool e Ajax, ad esempio. È di Raspadori la rete: mette a frutto l’assist del georgiano Kvaratskhelia e in saccoccia quei punti giusti giusti per un cammino di ritorno nei gironi più sereno. Garcia non cambia l’11 iniziale visto contro il Verona, gli azzurri scendono in campo senza Osimhen e Anguissa con Raspadori e Cajuste, Kvaratskhelia con la stessa ispirazione.
Certo è che giocare all’ Olympiastadion, bomboniera animata da tifosi tedeschi che saltano, cantano e urlano per 90 minuti è stato veramente duro. Non si può dire lo stesso per i giocatori biancorossi scesi in campo; è palese che la squadra di casa, l’Union, sia in gravi difficoltà tanto che inizialmente il Napoli sembra quasi intenerito e sfodera un primo tempo opaco, simile a quello visto in casa contro la Fiorentina prima della sosta nazionali. I tedeschi segnano persino una rete, annullata per fuorigioco e per poco la riesumazione non viene compiuta.
Con un Di Lorenzo nella versione ombra di sé stesso visto contro il Real, l’Union non sfrutta la lentezza del fraseggio napoletano ed i reparti lunghi, giocatori che tengono la palla tra i piedi senza verticalizzare quasi mai; il Napoli non affonda il colpo se non in un’azione di Kvaratskhelia che regala ai tifosi il tocco del campione e prelude al gol del vantaggio e poi nella rete nata sempre dai piedi del georgiano che dribbla un difensore e la serve a Raspadori, di fatto nell’unico tiro in porta.
Quello che preoccupa per il Napoli è l’ennesimo finale di sofferenza, la solita sostituzione di Kvaratskhelia nei minuti finali ed un centrocampo che senza i suoi uomini migliori non riesce a proporsi in avanti, limitandosi a gestire il gioco. Contro l’Union si può fare, ma non contro le altre… almeno in Europa.
L’Inter vince di giustezza e porta a casa l’unica cosa che voleva, ovvero i tre punti
Dire che Inzaghi avesse voluto dimostrare una sorta di superiorità nell’identità e nel bel gioco, in una settimana europea a cavallo tra il match contro il Torino ed il prossimo big match contro la Roma, sarebbe abbastanza utopico. La squadra si è limitata a gestire le situazioni, ammaestrare le vari fasi dell’incontro rallentando e accelerando d’improvviso i tempi, per portare a casa un risultato.
Così, pur senza brillare, concedendo qualcosa dietro e gigioneggiando un po’ tanto, arrivano due gol – magari entrambi un pelino fortunosi – che bastano per portare a casa i tre punti. D’altronde, in questo momento storico della fase a gironi di Champions, trovare squadre che la fanno da padrona è veramente difficile. L’importante è arrivare agli ottavi, poi si vedrà se è meglio evitare un PSG furia ceca in casa e distratto nel 4-1 contro il Newcastle della seconda gara, trovarsi un Barcellona piuttosto che un Real Madrid e magari parlare di un City sottotono, apparentemente con la pancia piena del treble appena conquistato.