Serie A

La Juventus raggiunge la Champions League di rigore, rischiando seriamente di non qualificarsi

Scritto da Luca Turtulici, 26 Maggio 2025 - Tempo di lettura: 2 minuti

Anche Tudor chiede chiarezza sul proprio futuro alla dirigenza bianconera, con la Juventus che centra il proprio obiettivo minimo stagionale, dopo aver buttato via il girone di andata

Nell’altalena di risultati della 38ª giornata che in live hanno dato vita a una delle serate più incredibili della Serie A, con i verdetti che hanno dato eroico spazio più alle squadre che hanno lottato per non retrocedere che a quelle in lotta per un posto in Europa, la Juventus è riuscita a consolidare il quarto posto con una vittoria a Venezia.

Igor Tudor, allenatore subentrato a Thiago Motta

Igor Tudor, allenatore subentrato a Thiago Motta

Nell’analisi della gara, che i bianconeri hanno vinto per 2-3, grazie al rigore di Locatelli per il fallo di Nicolussi-Caviglia su Conceicao, si possono guardare con attenzione alcuni elementi della gara che hanno permesso a Tudor di centrare la qualificazione europea. Innanzitutto, è stata una gara giocata sui nervi e sugli altri risultati live – da parte del Venezia – con i lagunari partiti a mille e andati in vantaggio dopo neanche un minuto di gioco.

Il fattore risultato, sia a Venezia che contemporaneamente a Empoli, Roma e Bergamo, è stato fondamentale: il vantaggio del Lecce sulla Lazio ha imposto al Venezia l’obbligo di vincere e a un certo punto, dal minuto 70 in poi, il pareggio temporaneo sul risultato di 2-2 non sarebbe servito ne ai padroni di casa che ai bianconeri di Tudor. Un pareggio inutile che ha tirato fuori le convinzioni e l’animo dei giocatori della Juventus, che assieme a Parma e Lecce formano il podio delle squadre di Serie A con l’età media più bassa.

Il fattore atletico a favore delle più giovani, non quello mentale: motivo per cui molti risultati soprattutto per i bianconeri non sono stati correttamente bilanciati con la poca esperienza dei giocatori in campo. Ecco perché serviva un grande allenatore a Torino. Ed il ringraziamento dei giocatori al loro allenatore subentrato, Igor Tudor, è più che legittimo: è sacrosanto, perché ha messo il carattere, la grinta e quel poco di stile Juve che non si riusciva nemmeno ad intravedere nei primi mesi della stagione appena conclusa.

Certamente deve ringraziare ancora una volta le giocate dei singoli, in questo caso il rigore di Conceicao e la maturità di Locatelli di prendere la palla e calciarla in rete. Così come un po’ meno deve ringraziare la sgraziata e svogliata grinta di Vlahovic, che alla sua (forse) ultima in bianconero ha fatto di tutto per imbestialire i propri tifosi. L’estate è prossima e chiunque allenerà la Juventus dovrà fare la conta: quali giocatori si sentono dentro e quali fuori dal progetto? Come dovrà d’altronde il Milan, che di punti rispetto alla Juventus ne ha fatti otto e che non giocherà nessuna competizione europea. Come del resto fece Conte la scorsa estate a Napoli, quando prese una squadra arrivata decima e fuori da tutto, portandola a vincere il quarto scudetto. Ma si sa, il leccese è uno specialista.

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