Serie A

La Juventus potrebbe vendere Cambiaso: prima di parlare di “ridimensionamento” bisognerebbe capire anche la volontà del giocatore

Scritto da Manuel Bendoni, 17 Gennaio 2025 - Tempo di lettura: 4 minuti

La possibile cessione di Cambiaso suscita sofferenza tra i tifosi della Juventus, evidenziando il momento delicato del club

Cambiaso via da Torino, la strada del ridimensionamento è aperta. Queste sono le parole dei tifosi, che sono divisi in due note fazioni: da una parte gli aziendalisti, quelli che amano fare i conti in tasca alla società, partendo dalla plusvalenza data dalla possibile vendita; dall’altra i tifosi da campo, quelli che amano fare tatticismo e capire come, in fondo, risulti difficile rimpiazzare un giocatore come Andrea Cambiaso. Nato e cresciuto nelle giovanili della Juventus, è uno che la maglia la sente cucita addosso, ma siamo sicuri che la sua volontà – e capiamoci, in questo momento il City è anni luce davanti alla Juventus – non conti nella trattativa? Cambiaso rappresenta uno dei pochi interpreti recenti ad aver incarnato lo stile e la personalità del club.

Addio Cambiaso?

Addio Cambiaso? I campioni passano, la Juventus resta. Ma siamo sicuri che in questo periodo storico la Juventus possa rinunciare a Cambiaso?

La Juventus ha venduto Zidane per comprare Nedved, Buffon e Thuram

I campioni passano, la Juventus resta, un postulato che ha permesso ai tifosi bianconeri di superare separazioni di lusso come la partenza di Dybala, Ronaldo, Pogba e chi più ne ha più ne aggiunga. Ma chi sono stati tesserati al loro posto? Dipende dal momento storico.

Ecco perché le questioni dei tifosi dovrebbero essere proporzionate al periodo storico del club. Ma in questo momento, che Juventus abbiamo di fronte? Una squadra in forte trasformazione, con una rosa giovanissima e che ha davanti un progetto (almeno) triennale con Thiago Motta. Sta di fatto che sul “come” vengano reinvestiti gli 80 milioni della cessione di Cambiaso in tifosi hanno pochi dubbi: male. Per prospetti che tanto campioni non sono, se escludiamo il fatto che per la Juventus è quasi impossibile fare calciomercato in Italia e che all’estero i costi dei cartellini sono nettamente superiori a quelli che girano in Serie A.

Ovviamente, un cartellino di 80 milioni di euro, superiore a quello di esterno d’attacco forte come Kvaratskhelia, che al PSG si sta traferendo per 75, rappresenta un’occasione per Giuntoli, che genererebbe una plusvalenza incredibile da Cambiaso. I soldi, come facile immagine, potrebbero essere reinvestiti per sistemare la difesa, oppure per il dopo-Vlahovic.

La società, che ha gestito risorse importanti (circa 150 milioni spesi in estate) ma che fatica a trovare sponsor o centrare obiettivi sportivi ed economici, potrebbe non avere alternative se arrivasse un’offerta. L’importante sarà reinvestire quei fondi senza errori. Vendere un giocatore come Cambiaso, tra i migliori della rosa, sottolinea il divario rispetto a operazioni del passato, come quella che portò alla Juventus Buffon, Thuram e Nedved con i soldi ricavati dalla cessione di Zidane.

Ma non aspettarsi i Nedved, Buffon e compagnia. Sarebbe quella la vera utopia di questa Juventus, che provinciale non è, ma sta attraversando una fase evidente di “rifondazione”. E questo, a tifosi come quelli bianconeri, abituati a vincere  – quasi sempre – e subito, è difficile da chiedere. Ma la domanda è lecita: qual è la reale intenzione di Cambiaso, il cui idolo è Cancelo, terzino che è passato anche dalle parti di Guardiola? È lì che la bilancia pesa più dei conti societari, la necessità di ripianare o reinvestire.

La nostra analisi

La Juventus, secondo la nostra opinione, si sta trasformando in una società che non punta più a costruire una squadra vincente a lungo termine, ma a valorizzare giovani talenti per poi cederli al miglior offerente. Il caso Cambiaso, corteggiato dal Manchester City per una cifra importante, è emblematico di una strategia che non mira a creare campioni in grado di riportare il club ai vertici, bensì a generare profitti attraverso cessioni.

L’idea di una Juventus che compra giovani promettenti, li fa crescere e li trasforma in una grande squadra vincente è una “illusione“, per una squadra che è stata distrutta da una pensante penalizzazione in classifica meno di due anni fa ed ha affrontato i danni economici di una stagione senza le coppe europee, dovendo mandare a casa una dirigenza intera, rifondando lo spirito e gli ideali. La realtà sembra quella di un club che si avvicina sempre più al modello di squadre più lontane dalla testa della classifica, società di passaggio per talenti in cerca di palcoscenici maggiori. La nostra visione critica sottolinea come questa gestione rischi di erodere anche il seguito dei tifosi. Il rischio percepito è che la Juventus perda la sua identità storica e ambizioni, arrivando a un declino irreversibile. Declino che solo i risultati sportivi possono evitare. Vendere il miglior terzino della rosa, tra l’altro uno dei pochi capace di impostare gioco, non è una scelta tattica, ma un’esigenza economica.

In questo contesto, la volontà di un giocatore, che potrebbe passare dalla Juventus di oggi al Manchester City, squadra fresca vincitrice di Champions League, Premier e non solo, allenata dal miglior tecnico del mondo – tra l’altro suo personale estimatore – non è direttamente proporzionale al portafoglio di un ragazzo di 24 anni, che sogna di vincere tutto e farsi una carriera.

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