La notte di Lazio-Inter nel segno del ricordo di Sinisa Mihajlovic, scomparso due anni fa
La sua memoria è viva nel cuore di tutti coloro che lo hanno conosciuto, e oggi, come due anni fa, il suo ricordo viene celebrato in una serata che unisce passato e presente
Il 16 dicembre segna il secondo anniversario della morte di Sinisa Mihajlovic, scomparso nel 2022 dopo aver lottato con coraggio contro una leucemia. Questa data cade proprio nel giorno di Lazio-Inter, un match che ha un forte legame con la sua carriera, visto che il campione serbo ha interpretato i colori di entrambe le squadre. A distanza di due anni, sua moglie Arianna Rapaccioni ha deciso di rendere omaggio al marito con un emozionante post sui social, accompagnato da una foto che li ritrae abbracciati, testimoniando un amore che ha attraversato ogni sfumatura della loro vita insieme.
La lotta di un campione e il ricordo di Arianna
Mihajlovic non si è mai arreso, affrontando ogni difficoltà con una forza e una determinazione che lo hanno contraddistinto sia come giocatore che come allenatore. Il suo carattere indomito lo ha reso una figura che trascendeva il calcio, conquistando il cuore di tutti coloro che lo conoscevano. Arianna, che ha sempre sostenuto Sinisa in ogni sua scelta, ha voluto ricordarlo con un post che celebra non solo la sua grande carriera, ma anche la sua umanità straordinaria. Il suo impegno nel mondo del calcio è stato sempre accompagnato dal supporto della moglie, che gli è stata accanto nei momenti più difficili, condividendo con lui la passione per il gioco.
Sinisa Mihajlovic ha iniziato la sua carriera in un contesto difficile, segnato dalla guerra e dalle tensioni politiche della Jugoslavia. Il calcio per lui è stato una forma di salvezza, una via di fuga dalla realtà dolorosa che ha vissuto da giovane. A soli 17 anni esordì nel mondo professionistico con la maglia del Borovo, e già da allora il suo talento per le punizioni si fece notare. La sua carriera esplose con la Stella Rossa, dove divenne uno dei protagonisti della squadra che vinse la Coppa dei Campioni, prima della creazione dell’attuale Champions League.
Il passaggio alla Serie A e la carriera in Italia
Il passo successivo fu l’arrivo in Italia, dove Sinisa continuò a crescere come calciatore. A Roma, sotto la guida di Vujadin Boskov, che diventò una figura paterna per lui, dimostrò il suo valore. Poi passò alla Sampdoria, dove, sotto la direzione di Sven Goran Eriksson, affinò ulteriormente le sue capacità, diventando uno dei migliori specialisti delle punizioni di tutti i tempi. La sua carriera in Serie A lo vide protagonista con Lazio e Inter, due club che hanno segnato momenti fondamentali della sua vita calcistica, soprattutto grazie al legame con l’amico e compagno Roberto Mancini.
Con 28 gol in Serie A, Mihajlovic è ricordato come uno dei più grandi specialisti nelle punizioni, un primato condiviso con Andrea Pirlo. Il suo stile di gioco, sempre grintoso e deciso, lo portò a lasciare un segno indelebile in ogni squadra in cui militò. La sua carriera da allenatore iniziò in seguito, con successi e sfide, tra cui il debutto di Gigio Donnarumma in Serie A con il Milan, un altro segno del suo talento nel valorizzare i giovani. Sinisa ha sempre creduto nella forza della squadra e nella determinazione, principi che ha cercato di trasmettere anche come tecnico.
La morte di Sinisa Mihajlovic ha lasciato un vuoto profondo nel mondo del calcio, non solo tra i tifosi della Lazio, che lo ricordano come uno dei protagonisti indimenticabili della loro storia, ma anche tra quelli di altre squadre, che lo hanno ammirato per la sua carriera e il suo spirito. Il giorno della sua scomparsa, Lazio-Inter, la partita che si gioca proprio oggi, è il tributo che il calcio vuole rendere a un campione che ha dato tanto al mondo del pallone.
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