Serie A

A questa Juve manca un altro attaccante, che affianchi il suo bomber o che lo possa far rifiatare

Scritto da Adriano Piscopo, 7 Ottobre 2024 - Tempo di lettura: 3 minuti

Primo per fare staffetta con Vlahovic, secondo per dare più peso all'attacco nelle situazioni in cui bisogna chiudere le partite

Il giornalista Giovanni Capuano, intervenendo sul suo profilo X, qualche giorno fa aveva espresso il suo punto di vista riguardo alla situazione offensiva della Juventus, evidenziando una problematica importante legata al mercato della squadra bianconera. A suo parere, la mancanza di un secondo attaccante di peso rappresenta una lacuna significativa, che sta penalizzando il lavoro dell’allenatore Thiago Motta.

L’assenza di Milik e le difficoltà in attacco

Capuano ha sottolineato che la Juventus non può fare affidamento esclusivamente su Dusan Vlahovic, poiché non è realistico chiedergli di giocare in ogni partita senza sosta. Inoltre, le alternative attualmente presenti in rosa, come gli esterni offensivi adattati al ruolo di attaccanti, non hanno lo stesso impatto o efficacia di un centravanti naturale.

La situazione è peggiorata con la notizia del rinvio del rientro di Arek Milik, che ha subito un intervento al ginocchio. Questa assenza prolungata rende ancora più evidente la mancanza di opzioni valide nel reparto offensivo della squadra. Secondo Capuano, l’assenza di un altro attaccante di ruolo è una carenza di mercato che sta ostacolando la capacità della Juventus di essere competitiva e di gestire al meglio le rotazioni in attacco.

La Juventus deve affrontare una difficoltà significativa nella gestione della sua rosa, soprattutto in attacco, a causa di una lacuna di mercato che, senza un intervento rapido, rischia di compromettere il lavoro dell’allenatore e le ambizioni della squadra.

Dusan Vlahovic, nonostante i suoi 7 gol in 9 partite, continua a far discutere per la sua mancanza di lucidità nei momenti chiave. L’errore clamoroso contro il Cagliari, a pochi metri dalla porta, ha riaperto il dibattito sulla sua capacità di essere decisivo, ma è un dibattito sterile. Se da un lato i numeri sono positivi, con una media di un gol ogni 108 minuti tra campionato e Champions League, dall’altro c’è un evidente limite nella gestione emotiva del centravanti serbo, che a volte spreca occasioni determinanti perché è costretto a farsi carico dell’attacco bianconero nel bene e nel male.

Dopo un inizio di stagione complicato, Vlahovic ha ritrovato continuità e incisività, culminato con cinque gol in tre partite. L’errore contro il Cagliari ha messo in luce la sua difficoltà nel mantenere equilibrio e lucidità, complicata dall’assenza di Milik, che lo costringe a giocare senza possibilità di riposo.

Durante la sosta per le nazionali, Vlahovic lavorerà a stretto contatto con Thiago Motta per migliorare questi aspetti. A differenza della pausa di settembre, quando il serbo aveva rinunciato alla convocazione per motivi personali, questa volta non è stato chiamato dalla nazionale, offrendogli l’opportunità di concentrarsi sul miglioramento in vista del proseguimento della stagione.

Il numero 10, Yildiz, troppo giovane e ancora troppo poco incisivo non è di certo una macchina da gol: anche perché Motta lo fa giocare largo sulla fascia ed anche se si accentra non riesce quasi mai ad arrivare al tiro. Un gol in dieci gare ufficiali è veramente un bottino poco prolifico per un attaccante o esterno che sia, se sulla maglia porti quel numero. I paragoni con Del Piero sono inutili, se consideriamo quanto sia stato in grado di finalizzare sottoporta l’italiano. Serve un attaccante in grado di fare staffetta: se nell’Inter non segna Thuram c’è Lautaro, per fare un esempio. E nella Juventus? Si potrebbe pensare ad un sistema di gioco profondamente diverso, ma nella sostanza il secondo attaccante sembra essere al momento McKennie o addirittura Teun Koopmeiners, che di ruolo sono in realtà centrocampisti.

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