Serie A

Milan, un progetto già sconfessato: inversione a U dopo soli sei mesi. E il confronto con l’Inter…

Scritto da Francesco Andriani, 1 Febbraio 2025 - Tempo di lettura: 3 minuti

Questa instabilità progettuale non solo crea difficoltà nel rendimento della squadra, ma rende complicata anche la costruzione di una mentalità vincente

La stabilità e la programmazione a lungo termine sono spesso elementi chiave per il successo di una squadra. Eppure, in casa Milan, le decisioni prese appena sei mesi fa sembrano già essere state rimesse in discussione. Un vero e proprio dietrofront che coinvolge l’allenatore, diversi giocatori e la strategia di mercato, mettendo in dubbio la coerenza stesso del progetto rossonero.

Foto di gruppo del Milan con la Supercoppa Italiana

Foto di gruppo del Milan con la Supercoppa Italiana. La vittoria che ha un po’ illuso tifosi e addetti ai lavori

Un mercato estivo già rinnegato

L’ultima sessione di mercato estivo aveva visto il Milan operare con decisione, investendo su un nuovo allenatore, Paulo Fonseca, e su rinforzi mirati per migliorare la rosa. A distanza di pochi mesi, il club sembra aver cambiato drasticamente idea su molte delle sue scelte. A partire da Álvaro Morata, acquistato per essere il centravanti titolare e ora vicino all’addio dopo soli sei mesi, in un caso che ricorda quello di Gonzalo Higuaín, ceduto al Chelsea dopo un breve e poco brillante periodo in rossonero.

Ma Morata non è l’unico giocatore su cui il Milan ha già fatto retromarcia. Anche Emerson Royal e Pavlovic, arrivati per rafforzare rispettivamente difesa e centrocampo, sono stati messi sul mercato, segno evidente di un’inversione di marcia rispetto alle scelte estive. Un cambio di strategia che appare ancora più evidente se si considera la volontà del club di sostituire il numero 9, un ruolo cruciale per qualsiasi squadra ambiziosa.

La gestione dell’allenatore e la difesa sotto accusa

Se il mercato estivo è stato parzialmente sconfessato, lo stesso vale per la guida tecnica. L’arrivo di Fonseca sulla panchina rossonera era stato salutato come un passo avanti nella costruzione di una squadra competitiva, ma le difficoltà incontrate hanno già messo in discussione la scelta. Un cambio di allenatore in così breve tempo sarebbe un ulteriore segnale di instabilità e mancanza di progettualità.

Anche la difesa, un reparto che avrebbe dovuto essere potenziato, continua a mostrare lacune evidenti. Gli investimenti effettuati non hanno portato i risultati sperati e il reparto arretrato resta uno dei punti deboli della squadra.

Il Milan si trova ora in una situazione delicata. Sconfessare le proprie scelte in un arco di tempo così breve può essere interpretato come una mancanza di visione a lungo termine, un segnale di confusione più che di correzione del progetto. Le grandi squadre costruiscono nel tempo, aggiungendo tasselli mirati senza stravolgere la propria identità a ogni sessione di mercato.

Al contrario, il Milan sembra aver perso la bussola, rinnegando in pochi mesi il lavoro fatto in estate. Questo continuo cambio di direzione non solo mina la stabilità della squadra, ma rischia anche di compromettere la fiducia di tifosi e giocatori in un progetto che appare sempre più incerto.

E domenica il derby. Che differenza di visione, quella rossonera e dei suoi cugini nerazzurri, che dall’arrivo di Marotta hanno adottato una strategia più lineare e mirata, costruendo un’identità solida nel tempo. Le scelte fatte negli ultimi anni evidenziano approcci opposti, con riflessi chiari sui risultati e sulla stabilità di entrambe le squadre.

Milan: un progetto in continuo cambiamento

Il Milan, negli ultimi anni, ha mostrato una certa difficoltà nel mantenere una linea progettuale coerente. Dopo il ciclo vincente con Stefano Pioli, culminato con la vittoria dello scudetto nel 2022, il club ha cambiato direzione più volte, spesso smentendo le proprie scelte nel giro di pochi mesi. Senza una chiara direzione tecnica e tattica, il rischio è quello di non riuscire a dare continuità ai risultati.

Inter: un progetto solido e mirato

Dall’altra parte, l’Inter ha adottato una strategia opposta, caratterizzata da una programmazione chiara e da scelte mirate. Dopo l’arrivo di Simone Inzaghi nel 2021, il club ha costruito una squadra competitiva attraverso un mercato ragionato, basato su acquisti funzionali al sistema di gioco e su cessioni ponderate.

La società nerazzurra ha saputo gestire il bilancio senza compromettere la competitività, puntando su giocatori di esperienza e giovani di talento. I nuovi innesti si sono inseriti perfettamente nel progetto, mentre la base della squadra è rimasta solida nel tempo. Questo ha permesso all’Inter di mantenere un’identità chiara e di ottenere risultati concreti, come la finale di Champions League raggiunta nel 2023 e la lotta costante ai vertici della Serie A.

Un altro aspetto chiave è la stabilità della guida tecnica: Inzaghi è stato confermato anche nei momenti difficili, permettendo alla squadra di crescere sotto la sua gestione. Questa fiducia nel progetto ha contribuito a creare un ambiente solido, in cui ogni giocatore conosce il proprio ruolo e gli obiettivi da raggiungere.

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