Juve, quel silenzio assordante della società e quell’Allegri che ha perso la “halma”
C’è una Juventus che non vince da due mesi (se escludiamo la vittoria al ’95 contro il Frosinone) e che dall’espulsione di Milik con l’Empoli non ingrana più di 10 tiri in porta per gara.
C’è un’altra Juventus, quella che non si sente da mesi, ed è rappresentata dai vertici dirigenziali che, tolta qualche dichiarazione di Giuntoli in argomento di calciomercato, non hanno mai battuto un colpo. Quel colpo che dovrebbe garantire il tecnico livornese e che rischia di non battere più: c’è bisogno di una scossa all’interno dello spogliatoio bianconero.
Persa la vetta, perso l’entusiasmo
In molti pensano che la questione sia tutta di autostima, se pensiamo ai giocatori. Calciatori che, a prescindere dalla bontà della rosa, sembrano disporsi in modo equidistante in campo, giocando larghi a centrocampo, ammucchiati in difesa atti a fare densità. Per non parlare davanti, dove ieri Chiesa e Kostic si sono pestati i piedi per 45 minuti.
C’è un’idea di tridente che per qualche motivo Allegri non ha mai messo in campo, vuoi per infortuni vuoi per scelta tattica, una coppia d’attacco composta da due attaccanti di ruolo che non si vede in campo forse dal 2018, dai tempi di Higuain.
Allegri, fischi e nervi. Il cielo sopra Torino si “tinge” di grigio, riflesso perfetto della situazione critica della Juventus. Massimiliano Allegri esce dall’Allianz Stadium con un’ombra di sconforto: il coach si trova in una lotta solitaria contro avversità molteplici, vuoi i risultati deludenti, voltagabbana da parte dei suoi giocatori, contestazioni dei tifosi e la minaccia del Bologna in agguato a 5 punti. Anche il ritiro anticipato non ha portato i benefici sperati. La Juventus rischia di compromettere la qualificazione alla prossima Champions League.
Tanto che l’#allegriout non è più soltanto l’accanita propaganda di un mucchio di sostenitori, leoni da tastiera. È il grido di chi va allo stadium per dormire, al massimo per imprecare davanti ad una Juventus che non c’è più. Come se dall’alto l’ordine sia stato quello di sciogliere le righe, nonostante fino a gennaio se la battessero per il tricolore.
Non si possono lanciare segnali del genere, se sei la Juventus, non puoi lasciare un allenatore libero di gestire una squadra senza rendersi conto di quando questa non lo segue più. O di sbraitare davanti alle telecamere, ripetiamo. Sei la Juventus.
A questo punto, per non perdere altri punti (sette punti in otto gare, media da Udinese, Lecce, Salernitana e Cagliari), conviene un traghettatore fino a maggio: uno è già in casa e si chiama Paolo Montero. Che di garra ne ha da vendere e, a giudicare dalla cura De Rossi, potrebbe funzionare.
Contro il Genoa, considerato un avversario accessibile prima di sfide più impegnative contro squadre come la Lazio, la Fiorentina e il Milan, la Juventus ha ottenuto un pareggio che non ha avuto impatto sulla classifica se si guarda in bassa, ma che ha generato diversi interrogativi, specialmente per quanto riguarda l’approccio della squadra nella prima metà della partita. Nonostante ciò, il tecnico Massimiliano Allegri si è dichiarato “soddisfatto anche se il primo tempo è stato bloccato“, sottolineando il miglioramento difensivo rispetto alle partite precedenti. Tuttavia, la Juventus, con una sola vittoria nelle ultime otto partite ha mostrato segni di nervosismo e mancanza di determinazione, sollevando dubbi sulla sintonia con l’allenatore.
Un Allegri triste, solitario y final, che è esattamente lo specchio della sua Juventus, nervosa, presuntuosa e annaspante. Max, ti ho voluto bene ma la tua parabola è conclusa. È evidente a tutti tranne che a te. pic.twitter.com/hwlDmj4Xso
— Il Mago K.K. (@Il_Mago_KK) March 17, 2024
Allegri è apparso nervoso, come dimostra il confronto in diretta televisiva con un opinionista di Sky. Il tecnico ha difeso le sue scelte tattiche e ha ribadito la sua concentrazione sull’obiettivo di qualificarsi per la Champions League, evidenziando la necessità di risultati positivi nelle prossime partite. Sebbene sia consapevole delle critiche, Allegri rimane fiducioso nel percorso della squadra e nel suo attuale terzo posto in classifica.
Ma non è questione di Genoa, le dichiarazioni di Allegri anche nelle scorse partite hanno iniziato a lasciare qualche dubbio, come nelle dichiarazioni di Ravanelli, che fa questa osservazione:
Uno che critica il Vate non può essere un vero Juventino, come si permette Ravanelli? Si vergogni. #Allegri pic.twitter.com/3boDr9Nsin
— Giancarlo D’Alex (@giancarlodales) March 11, 2024
Tudor potrebbe dare una triplice lezione ad Allegri
Sono tre le gare che attendono la Juventus contro la Lazio, che da questa settimana è sotto la guida tecnica di Tudor. Potremmo spendere qualche parola su Sarri, capace di farsi da parte da solo, una volta consolidato che lo spogliatoio non ha avuto più voglia di seguirlo. Ma presto potremmo spenderne qualcuna su Tudor, tecnico che in Francia ha fatto bene e che poteva comodamente ripartire da questa Juventus, almeno un paio di stagioni fa. Stagioni che non hanno regalato nulla ai propri tifosi, o al proprio bilancio.
Così, tra la sfida di campionato subito dopo la pausa nazionali e le due gare di semifinale di Coppa Italia, potremmo vedere cosa è rimasto a questa Juventus, e se i tifosi hanno il diritto – se non di spegnere il televisore davanti a questo scempio – quantomeno di chiedere un pizzico di gioco. D’altronde, l’ultimo scudetto, quello di Sarri, è stato anche l’ultimo sprazzo di gioco visto a Vinovo.
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