Serie A

Il derby della Mole finisce con uno scialbo 0-0 dove vincerla non sarebbe stata una cattiva idea, per la Juventus

Scritto da Francesco Andriani, 13 Aprile 2024 - Tempo di lettura: 3 minuti

Alla fine è come all'inizio: una squadra gioca un tempo (i bianconeri), l'altra tiene botta e nel finale cerca anche di vincerla. Un derby che fotografa il momento poco brillante delle due squadre.

Beato chi la vince. Nel cuore dello scontro tra le due squadre rivali di Torino, il match si è concluso in parità, senza reti, al termine di novanta noiosi minuti all’Olimpico Grande Torino. Nonostante le aspettative e la tensione che accompagna sempre un derby dalle parti di Piazza San Giuorgio, il confronto ha visto poche occasioni da gol e nessuna rete.

È stato più scontro tra difese: prima regole, non prederle

È stato più scontro tra difese: prima regole, non prederle

Il momento più eclatante è stato il palo colpito da Vlahovic dopo meno di dieci minuti, culminato da un tentativo di Lazaro, che ha mancato per poco il match point al 94′. La Juventus, nonostante le migliori occasioni nel primo tempo, non è riuscita a superare la solida difesa del Torino, mentre quest’ultimo ha alzato il baricentro nella seconda parte della partita, impegnando il portiere Szczesny con Sanabria, senza però trovare il varco decisivo. La partita si è dunque conclusa con un pareggio, mantenendo la Juventus al terzo posto, a -5 dal Milan nella classifica di Serie A.

Più tattica che cuore

Il Torino ha schierato Vlasic dietro la coppia d’attacco composta da Zapata e Sanabria, mentre la Juventus ha optato per un classico Vlahovic -Chiesa, con quest’ultimo libero di muoversi da sinistra a destra per destabilizzare la difesa avversaria. Il primo tempo è stato influenzato dalle condizioni climatiche primaverili, con un ritmo più che mite che ha favorito le difese. Nonostante ciò, la Juventus è riuscita a creare le occasioni più pericolose, soprattutto grazie a Vlahovic. Tuttavia, il serbo ha mancato un’ottima palla colpendo il palo e è stato fermato da un intervento decisivo di Milinkovic-Savic. Il Torino ha iniziato a prendere fiducia soprattutto grazie agli esterni Vojvoda e Bellanova, che hanno messo pressione con i loro cross in area. Le torri difensive della Juventus hanno avuto il sopravvento nei duelli aerei, ma il Torino è riuscito a creare qualche occasione pericolosa, senza però riuscire a concretizzare.

Nella seconda metà della partita, il Torino è tornato in campo con maggiore audacia, sostenuto dal fervore del pubblico. La squadra di Juric ha sfiorato il gol con Zapata, ma l’azione è stata annullata per fallo (giusto il fischio) su Kostic. Sanabria e Rodriguez hanno tentato la fortuna da lontano, mentre la Juventus ha subito la pressione del Torino, costringendo Allegri a modificare l’assetto della squadra. Nonostante gli sforzi del Torino, la partita è terminata senza reti, lasciando un sentimento di rammarico sia tra i tifosi bianconeri che tra quelli granata.

I due allenatori insoddisfatti, ma con prospettive diverse

Al termine della partita, Allegri ha commentato la prestazione della sua squadra, riconoscendo le occasioni sprecate e il rammarico per non aver sfruttato meglio le opportunità. Juric, d’altro canto, ha elogiato la reazione del Torino nella ripresa, esprimendo un senso di orgoglio per la prestazione della sua squadra.

Juric ha riflettuto sul futuro del Torino e sulla propria permanenza come allenatore, esprimendo la volontà di continuare a lavorare per il successo della squadra. Per il tecnico granata, che senza mezzi termini ha fatto una sorta di “pacifica contestazione” alla propria dirigenza lamentando di aver avuto a disposizione una rosa man mano sempre più scarna, a causa di vari elementi che sono stati ceduti o che hanno terminato il periodo del prestito secco. Atteggiamento che rimarca la voglia di Juric di dare il massimo per la squadra, nonostante le difficoltà.

Più criptico Allegri, che ha rimarcato invece gli errori individuali dei giocatori d’attacco, ma senza mai citare difesa o centrocampo. Sembra quasi che abbia da ridire più di qualcosa ai propri attaccanti, in uno strano modus fatto di “dico e non dico” che poca luce lascia passare sul suo futuro e sulle sue reali intenzioni contrattuali. Chiaro che i risultati che la Juventus ha raggiunto negli ultimi anni non sono in linea con la storia del club e che i tifosi si aspettano tutt’altro atteggiamento tattico: anche durante la trasmissione DAZN le domande chieste al tecnico livornese sono state sempre le stesse: “perché non provare il tridente?”, oppure “perché Chiesa sono quattro partite che viene sostituito dopo 60 minuti?”.

Domande le cui risposte sono rimaste nella mente del tecnico e per cui i tifosi, più che schierarsi in un #allegriin o un #allegriout, possono fare ben poco. Complici anche i piani alti della dirigenza che non si sono mai esposti a sfavore dei risultati in corso.