Genoa Juventus, porte chiuse: la decisione è una sconfitta per il calcio
La decisione di chiudere lo stadio Luigi Ferraris per Genoa-Juventus rappresenta un segnale forte da parte delle autorità, volto a contrastare la violenza negli stadi e a ristabilire un clima di sicurezza per tutti i tifosi.
La partita di Serie A tra Genoa e Juventus, in programma domani alle 18:00 allo stadio Luigi Ferraris di Genova, si disputerà a porte chiuse. La decisione ufficiale è stata presa dal prefetto di Genova, in seguito alle raccomandazioni dell’Osservatorio sulle manifestazioni sportive, come conseguenza degli scontri verificatisi prima, durante e dopo il derby di Coppa Italia tra Genoa e Sampdoria.
La situazione di tensione a Genova era già nota, come dichiarato da Paolo Curtis, presidente dell’Osservatorio, che aveva anticipato la possibilità di provvedimenti rigidi per evitare ulteriori violenze. Durante il derby della Lanterna, infatti, si sono verificati episodi di guerriglia urbana con lanci di bombe carta, che hanno causato 36 feriti, la maggior parte tra le forze dell’ordine. Per questo motivo, nonostante l’intento di evitare di giocare a porte chiuse, la gravità degli eventi ha spinto le autorità a intervenire drasticamente per dare un segnale forte contro la violenza negli stadi.
Chiusura totale dello stadio Ferraris
Non si tratta solo di una chiusura parziale della Curva, il settore più caldo occupato dagli ultras del Genoa, ma dell’intero stadio Ferraris. Il prefetto ha voluto sottolineare la gravità della situazione con la chiusura totale dell’impianto, colpendo duramente i tifosi veri e le famiglie che avevano acquistato i biglietti per assistere alla partita. Questa misura è la prima di una serie di provvedimenti che interesseranno le prossime quattro partite del Genoa e della Sampdoria, sia in casa che in trasferta.

Stadio Ferraris. A pagare sono i tifosi più pacifici, che vedranno limitata la possibilità di seguire la propria squadra dal vivo, sia in casa che in trasferta, nelle prossime settimane
Thiago Motta: “Paghiamo tutti”
Alla vigilia della partita, l’allenatore della Juventus, Thiago Motta, ha espresso rammarico per quanto accaduto, sottolineando come tutti stiano pagando per la situazione. In conferenza stampa, ha ricordato i bei momenti vissuti a Genova sia da giocatore che da allenatore, ribadendo il suo legame affettivo con il club e con la città, ma ha anche evidenziato la tristezza per la piega violenta presa dagli eventi.
Non solo la partita di domani tra Genoa e Juventus si giocherà senza pubblico, ma sono state imposte anche restrizioni per i tifosi delle due squadre genovesi. Agli abbonati del Genoa e della Sampdoria sarà vietato seguire le rispettive squadre nelle prossime tre trasferte. I tifosi rossoblù non potranno recarsi a Bergamo per la partita contro l’Atalanta il 5 ottobre, né alle trasferte di Roma contro la Lazio il 27 ottobre e di Parma il 4 novembre. Allo stesso modo, i tifosi blucerchiati non potranno assistere alle partite a Modena il 29 settembre, a Cesena il 19 ottobre e a Cittadella il 29 ottobre.
Gli eventi scatenanti del derby della Lanterna
Gli episodi violenti che hanno portato alla decisione di giocare Genoa-Juventus a porte chiuse sono iniziati già durante il derby della Lanterna. Alcuni ultras, infatti, hanno esposto striscioni provocatori legati a eventi passati di violenza, culminando con la comparsa di striscioni rubati, mostrati capovolti come segno di disprezzo. La situazione è degenerata ulteriormente quando, prima della fine della partita, diversi ultras hanno abbandonato gli spalti per tentare di venire a contatto con i tifosi avversari, scatenando così una notte di scontri e caos.
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