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L’Estate di San Martino, la leggenda e perché segna lo spartiacque tra autunno e inverno freddo

Scritto da Luca Bortuzzo, 11 Novembre 2024 - Tempo di lettura: 3 minuti

Una giornata ritenuta storicamente più calda e soleggiata: una leggenda. Sarà così? Da ricorrenza religiosa a fenomeno meteorologico

Oggi, 11 novembre 2024, è la giornata riconosciuta come l’Estate di San Martino, che porta con sé un fenomeno meteorologico tradizionale e un breve periodo di clima più mite rispetto alla media di inizio di novembre. Questo fenomeno, che ha radici in una leggenda cristiana, si verifica di solito dopo un periodo di maltempo e dura circa tre giorni, offrendo temperature che “richiamano” quelle estive, nonostante la stagione autunnale ormai avanzata.

San Martino

San Martino

Quest’anno, tuttavia, il proverbio popolare secondo cui “L’estate di San Martino dura tre giorni e un pochino” non sembra destinato a trovare conferma. Le previsioni meteo suggeriscono che, a partire da oggi, si manifesterà un vero e proprio “Inverno di San Martino”. Tra domani e mercoledì si prevede un drastico calo delle temperature con possibili nevicate fino a quote di 900-1000 metri e piogge che interesseranno le regioni del Nord-Ovest d’Italia.

La tradizione legata a questo evento affonda le sue radici in un’antica leggenda cristiana. La storia narra che l’11 novembre San Martino, un vescovo di Tours, si imbatté in un uomo povero e infreddolito mentre percorreva a cavallo le campagne intorno alla città francese di Amiens. Spinto da compassione, Martino decise di dividere il suo mantello, offrendo una metà al viandante per proteggerlo dal freddo intenso. In segno di riconoscimento per il suo gesto generoso, si dice che proprio in quel momento il sole fece capolino riscaldando l’aria.

Poco dopo scoprì che quel mendicante era Gesù, evento che segnò il suo percorso spirituale fino a divenire vescovo nel 371 d.C. Questo gesto di generosità è alla base dell’Estate di San Martino, un breve periodo di clima mite che sembra “riportare l’estate” a novembre. A questa leggenda si aggiunge un altro racconto curioso: durante l’elezione a vescovo, Martino cercò di nascondersi in una bettola, ma alcune oche, disturbate dalla sua presenza, iniziarono a starnazzare tanto da svelare il suo nascondiglio e costringerlo ad accettare l’incarico. Da allora, l’oca è diventata un piatto tipico delle celebrazioni in molte località italiane, come Lavariano.

Dal punto di vista meteorologico, l’Estate di San Martino è vista come un intervallo mite e piacevole che giunge dopo una fase di maltempo autunnale. Questo periodo, quando si verifica, è un breve ritorno a un clima quasi estivo in un momento in cui ci si aspetterebbe già un freddo più intenso.

I significati culturali dell’11 novembre

L’11 novembre è una data carica di simbolismi, celebrata per la figura di San Martino, legata sia alla cultura popolare che alle tradizioni agricole. Questa giornata è nota soprattutto oltre che per l’Estate di San Martino anche per per la Festa dei Cornuti, una celebrazione meno nota ma a tratti affascinante.

L’11 novembre è anche una data cruciale per le antiche tradizioni agricole italiane. Questo giorno segnava la scadenza annuale dei contratti agricoli, motivo per cui in molte regioni si organizzavano fiere e sagre. Questi eventi erano un’occasione per celebrare il raccolto, spesso con specialità stagionali come il vino novello, le castagne e la carne di maiale, creando un’atmosfera di festa e convivialità che segnava la fine della stagione agricola e il passaggio all’inverno.

Un’altra tradizione, meno conosciuta ma curiosa, è la Festa dei Cornuti, associata a coloro che hanno subito un tradimento amoroso. Secondo la leggenda, durante le fiere agricole dell’11 novembre, i contadini, impegnati con il raccolto e le celebrazioni, erano spesso lontani da casa, e le loro mogli a volte cedevano a distrazioni amorose. In questa chiave, San Martino sarebbe diventato il protettore dei “cornuti”, simbolo dei traditi. Altre interpretazioni riconducono il nome alle corna del bestiame esposte nelle fiere o a riti pagani legati alla fine del calendario celtico.

Una teoria diffusa collega la tradizione alla presenza di animali con le corna nelle fiere di bestiame, dove gli uomini partecipavano lasciando le mogli a casa. L’abbondanza di vino favoriva comportamenti esuberanti, e simbolicamente le corna passavano dagli animali alle mogli che attendevano il ritorno dei mariti.

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