Tim avrà il rimborso del canone del 1998: la Corte d’Appello lo conferma
Le prossime decisioni, sia sul rimborso che sulla cessione di Sparkle, saranno determinanti per il futuro del gruppo e la sua posizione nel mercato
La Corte d’Appello ha respinto la richiesta di sospensiva avanzata dal governo, confermando la sentenza di aprile 2024 che obbliga lo Stato a restituire a TIM il canone concessorio del 1998, comprensivo di interessi e rivalutazione. Questa decisione rende provvisoriamente esecutiva la sentenza, in attesa del verdetto definitivo della Corte di Cassazione, previsto non prima del 2026.

La decisione della Corte d’Appello rappresenta un importante passo avanti per TIM nella lunga disputa legale, ma il percorso non è ancora concluso
La sentenza e il rimborso miliardario
Il rimborso riguarda un canone di 529 milioni di euro pagato da TIM nel 1998, a cui si sommano interessi e rivalutazioni che portano la cifra totale a circa un miliardo di euro. Negli ultimi otto mesi, gli interessi hanno aggiunto ulteriori 25 milioni di euro, e il “tassametro” continuerà a girare fino all’effettivo pagamento.
Nonostante il tempo concesso fino al 20 gennaio per negoziare un accordo fuori dal tribunale, le parti non hanno raggiunto un’intesa. Il giudice ha quindi deciso di procedere con l’esecuzione della sentenza, senza imporre a TIM obblighi di garanzia finanziaria.
La notizia ha avuto un impatto positivo sul titolo TIM, che nella mattinata del 22 gennaio ha registrato un incremento del 2%, per poi stabilizzarsi a un guadagno dello 0,9% nel corso della giornata.
Il rimborso potrebbe migliorare la situazione finanziaria di TIM, contribuendo al ritorno agli utili e all’eventuale distribuzione di dividendi nel piano industriale 2025-2027. Inoltre, la cessione di Sparkle, la società dei cavi sottomarini, potrebbe influire ulteriormente sull’equilibrio economico del gruppo.
Cessione di Sparkle: proroga fino al 15 marzo
Il Consiglio di Amministrazione di TIM ha concesso un’estensione fino al 15 marzo per finalizzare le trattative con il Ministero dell’Economia e Finanze (MEF) e Retelit sulla vendita di Sparkle. L’offerta, valutata 700 milioni di euro, è considerata soddisfacente, ma l’accordo definitivo dipende dalla chiusura delle negoziazioni tra MEF e le banche per il finanziamento dell’operazione.
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