Tennis

Sinner oggi, ricorso della Wada e richiesta di sospensione: il caso Clostebol si riapre

Scritto da Manuel Bendoni, 28 Settembre 2024 - Tempo di lettura: 3 minuti

Sinner rischia da uno a due anni di squalifica per la vicenda Clostebol, che non è stata archiviata: il comunicato arriva mentre l'italiano è in gara a Pechino per l'ATP 500.

L’agenzia mondiale antidoping ha recentemente annunciato di aver presentato ricorso al Tribunale Arbitrale dello Sport (TAS) in merito alla decisione di assolvere Jannik Sinner dalle accuse di doping. Sinner era risultato positivo due volte al clostébol, una sostanza proibita, nel mese di marzo. Nonostante un tribunale indipendente avesse dichiarato l’assenza di colpa o negligenza da parte del giocatore, la WADA ha contestato questa conclusione, richiedendo una sospensione che varia da uno a due anni.

La WADA ha richiesto una squalifica di uno o due anni per Jannik Sinner, con potenziali ripercussioni sulla sua carriera

La WADA ha richiesto una squalifica di uno o due anni per Jannik Sinner, con potenziali ripercussioni sulla sua carriera

La WADA ha depositato il ricorso giovedì, sostenendo che la decisione del tribunale, che aveva ritenuto Sinner non colpevole, non fosse conforme alle normative antidoping vigenti. L’organizzazione chiede ora una sospensione fino a due anni per il tennista italiano, attuale numero uno del mondo e recente vincitore degli US Open.

La WADA ha confermato di aver presentato ricorso il 26 settembre alla Corte arbitrale dello sport nel caso di Jannik Sinner, dichiarato esente da colpa o negligenza da un tribunale indipendente dell’International Tennis Integrity Agency, dopo essere risultato positivo al clostebol nel marzo 2024. La WADA ritiene che questa conclusione non sia corretta secondo le normative e richiede un periodo di ineleggibilità tra uno e due anni. Non viene chiesta la squalifica di ulteriori risultati, tranne quello già deciso dal tribunale di primo grado. La WADA non rilascerà ulteriori commenti poiché il caso è ora pendente.

Nessuna richiesta di annullamento dei risultati sportivi

Nonostante il ricorso, ha precisato che non intende richiedere l’annullamento dei risultati ottenuti da Sinner successivamente ai test positivi, tranne per quelli già sanzionati dal primo tribunale. Il tennista aveva già perso i punti e il montepremi ottenuti nella semifinale del torneo di Indian Wells, dove fu inizialmente trovato positivo al clostébol. Al contrario, i titoli conquistati a Miami, Cincinnati e agli US Open non saranno messi in discussione dalla WADA.

Sinner, che all’inizio dell’anno aveva vinto anche l’Open d’Australia, è stato testato positivo per due volte nel marzo 2024: una prima volta durante il torneo di Indian Wells il 10 marzo, e nuovamente il 18 marzo fuori competizione, prima dell’inizio del torneo di Miami. Le analisi avevano rilevato tracce minime di clostébol nelle sue urine.

Per difendersi dalle accuse, Sinner ha sostenuto che la contaminazione sia avvenuta in modo involontario. Il tennista ha attribuito la positività a un massaggio ricevuto dal suo fisioterapista, Giacomo Naldi, il quale aveva utilizzato uno spray contenente clostébol per curare una ferita. Il prodotto era stato fornito dal preparatore fisico di Sinner, Umberto Ferrara. Entrambi i membri del suo staff sono stati allontanati dal team prima degli US Open.

Un tribunale indipendente, Sport Resolutions, aveva assolto Jannik Sinner, sostenendo che non vi fosse stata alcuna colpa né negligenza da parte sua. La decisione si basava sulle perizie di tre esperti riconosciuti dalla WADA: Jean-François Naud, direttore del laboratorio di Montréal, Xavier de la Torre, responsabile del laboratorio di Roma, e David Cowan, ex direttore del laboratorio di Londra.

L’Agenzia internazionale per l’integrità del tennis (ITIA), in una nota del 19 agosto, aveva informato che sia la WADA sia l’agenzia antidoping italiana (NADO Italia) avrebbero potuto fare appello contro la decisione. Infatti, il 10 settembre, la WADA aveva confermato che il caso era ancora sotto esame e che la possibilità di presentare un ricorso era ancora valida, cosa che ha poi concretizzato.

Il clostébol è una sostanza anabolizzante inclusa da tempo nella lista delle sostanze proibite. In passato, è stato al centro di diversi casi di doping, soprattutto in Italia e in Germania dell’Est. Nonostante il suo utilizzo sia vietato, casi di contaminazione involontaria, come quello sostenuto da Sinner, continuano a emergere nel mondo dello sport. L’esito del ricorso presentato dalla WADA sarà determinato dal Tribunale Arbitrale dello Sport (TAS), che avrà l’ultima parola sul futuro del tennista italiano.

Fonte AP