È solo un’ipotesi, ma pare che Sinner abbia scelto Carlos Moya per il dopo Darren Cahill
Il mondo del tennis osserva con attenzione l’unione tra Sinner che Moya potrebbe rappresentare una nuova svolta nella carriera dell’azzurro, per migliorare le prestazioni dell'azzurro anche su superfici a lui ostiche come la terra rossa
Dopo la recente sconfitta in finale agli Internazionali d’Italia contro Carlos Alcaraz, Jannik Sinner si prepara ad affrontare un altro importante cambiamento: la separazione da Darren Cahill. Il celebre coach australiano ha infatti annunciato che a fine stagione si ritirerà dall’attività per dedicarsi maggiormente alla famiglia. Una decisione che spinge il tennista altoatesino a guardare avanti, alla ricerca di una nuova guida tecnica.

Rafael Nadal e Carlos Moya
Carlos Moya, il candidato più accreditato
Tra i nomi in circolazione per prendere il posto di Cahill spicca quello di Carlos Moya, ex numero uno del mondo e storico allenatore di Rafael Nadal. A lanciare l’indiscrezione è stata la giornalista russa Sofya Tartakova attraverso il portale Bolshe, secondo cui Sinner inizierà la collaborazione con Moya a partire dal 2026, quando si concretizzerà la separazione con l’attuale coach. Tartakova, in passato, ha già anticipato con successo altre notizie legate al mondo del tennis, come il passaggio di Marat Safin alla guida di Rublev o la scelta di Jasmine Paolini di affidarsi a Marc Lopez.
Carlos Moya vanta una carriera ricca di successi sia come giocatore che come allenatore. Ex tennista spagnolo, ha raggiunto la vetta del ranking ATP nel marzo 1999, posizione che ha mantenuto per due settimane. Durante la sua carriera ha conquistato un titolo del Grande Slam (Roland Garros 1998), tre Masters 1000 (Montecarlo, Roma e Cincinnati), oltre a 15 titoli ATP e una finale agli Australian Open nel 1997.

Sinner, la terra rossa uno dei suoi (pochissimi) talloni d’Achille
Appeso il rachet al chiodo nel 2010, ha cominciato l’attività da tecnico nel 2016 collaborando inizialmente con Milos Raonic, contribuendo alla sua ascesa al numero 3 del mondo e alla finale di Wimbledon. Nel 2017 è entrato nello staff di Rafael Nadal, subentrando allo zio Toni, e insieme hanno ottenuto risultati eccezionali: quattro Roland Garros (2018, 2019, 2020, 2022), un Australian Open (2019), uno US Open (2019) e altri sedici titoli ATP.
La scelta di Moya potrebbe anche essere frutto di un suggerimento “di famiglia”: Riccardo Piatti, ex mentore di Sinner, aveva infatti indicato lo spagnolo come profilo ideale per il ruolo, lodandone sia le doti tecniche che quelle umane, molto simili a quelle di Cahill. La possibilità di lavorare con un coach di così grande esperienza rappresenterebbe per Sinner un’importante opportunità di crescita.
Cosa potrebbe cambiare per Sinner, soprattutto sulla terra rossa
Con l’ingresso di Moya nel suo team – sempre affiancato da Simone Vagnozzi – Sinner potrebbe migliorare ulteriormente su alcune superfici, in particolare la terra battuta, da sempre terreno favorevole al coach spagnolo. Si ipotizza che Moya possa aiutarlo a raffinare l’utilizzo delle rotazioni, ad aprire meglio il campo e a sfruttare con maggiore efficacia le accelerazioni, in particolare con il dritto a uscire.
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