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Il ciclismo saluta Rik Van Looy, leggenda delle cinque Monumento

Scritto da Luca Bortuzzo, 18 Dicembre 2024 - Tempo di lettura: 3 minuti

È morto Rik Van Looy all'età di 91 anni. La sua eredità sportiva, fatta di trionfi e dedizione, rimarrà per sempre viva nel cuore degli appassionati di ciclismo.

Il mondo del ciclismo piange Rik Van Looy, il primo corridore nella storia ad aver trionfato in tutte e cinque le classiche Monumento. Soprannominato “L’Imperatore di Herentals“, il belga ha scritto pagine indelebili nella storia dello sport tra gli anni ’50 e ’60. Van Looy, che avrebbe compiuto 91 anni fra pochi giorni, era noto per il suo straordinario talento nelle corse classiche e per la sua eccezionale velocità in volata. Nato a Herentals il 20 dicembre 1933, Rik Van Looy, soprannominato “l’Imperatore”, rappresentò il collegamento tra l’era di Coppi e Bartali e quella di Merckx e De Vlaeminck.

Rik Van Looy

Rik Van Looy

I trionfi nelle classiche Monumento

Van Looy conquistò la Milano-Sanremo nel 1958, il Giro delle Fiandre nel 1959 e nel 1962, la Parigi-Roubaix in tre occasioni (1961, 1962 e 1965), la Liegi-Bastogne-Liegi nel 1961 e il Giro di Lombardia nel 1959. Oltre alle Monumento, il suo palmarès comprende altre classiche prestigiose come la Freccia Vallone, la Parigi-Tours e la Parigi-Bruxelles, consolidando la sua reputazione di specialista delle gare di un giorno.

Van Looy non brillò solo nelle corse Monumento, ma raggiunse anche la vetta mondiale, conquistando il titolo di campione del mondo su strada nel 1960 al Sachsenring e nel 1961 a Berna. La sua versatilità si estendeva anche alla pista, dove vinse ben 12 Sei Giorni.

Numeri impressionanti nelle grandi corse a tappe

Pur non essendo uno scalatore puro, Van Looy collezionò 39 vittorie di tappa nei grandi giri: 12 al Giro d’Italia, 9 al Tour de France e 18 alla Vuelta a España. Tra i suoi migliori risultati complessivi si ricordano il quarto posto al Giro d’Italia e il terzo posto alla Vuelta, entrambi nel 1959.

La passione di Van Looy per il ciclismo emerse fin da giovanissimo: iniziò a pedalare a 12 anni mentre consegnava giornali. La sua carriera lo portò a sfidare avversari leggendari come Eddy Merckx, Rik Van Steenbergen, Fausto Coppi, Jacques Anquetil e Louison Bobet, attraversando più generazioni e lasciando un segno indelebile con 367 vittorie complessive.

Conclusa la carriera da corridore, Van Looy rimase nel mondo dello sport, ricoprendo il ruolo di direttore sportivo e diventando presidente della squadra di calcio della sua città natale, Herentals.

Van Looy ha collezionato un totale di otto vittorie nelle Monumento, che diventano undici se si aggiungono i tre successi alla Gand-Wevelgem. Inoltre, è l’unico ciclista ad aver vinto tutte le otto classiche originarie, includendo oltre alle cinque Monumento, anche la Freccia Vallone, la Parigi-Bruxelles e la Parigi-Tours. Quest’ultima corsa, che Merckx non riuscì mai a vincere, rappresenta un ulteriore sigillo del talento eclettico e inimitabile di Van Looy. Non solo atleta eccezionale, Van Looy si è distinto anche come figura di riferimento nel ciclismo, fondando un’accademia in Belgio per formare giovani promesse. Molti lo considerano persino superiore a Merckx nelle corse in linea, grazie alla sua capacità di eccellere su ogni terreno.

Una carriera costellata di vittorie

La carriera professionistica di Van Looy, durata circa vent’anni, lo ha visto sfidare campioni leggendari come Fausto Coppi, Jacques Anquetil, Louison Bobet e Eddy Merckx. Ha ottenuto un totale di 371 vittorie, di cui 37 tappe nei Grandi Giri: 18 alla Vuelta, 12 al Giro d’Italia e 7 al Tour de France. Questi numeri lo collocano come il secondo ciclista più vincente di sempre, subito dopo Merckx.

Due titoli mondiali e un episodio controverso

Van Looy si laureò campione del mondo su strada nel 1960 e nel 1961, dimostrando la sua superiorità anche in ambito internazionale. Nel 1963, però, fu protagonista di un episodio controverso durante i Mondiali di Renaix, in Belgio: nella volata finale, venne battuto dal suo gregario Benoni Beheyt, che fu successivamente accusato di tradimento dai tifosi e ribattezzato “Il Traditore”. Van Looy non perdonò mai quell’episodio, rimanendo per anni in rotta con il suo compagno di squadra.

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