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Simone Inzaghi come Mourinho, nel mirino dell’Al-Hilal: offerta faraonica e incontro dopo la finale di Monaco

Scritto da Alberto Bencivenga, 20 Maggio 2025 - Tempo di lettura: 3 minuti

Entrambi hanno plasmato squadre vincenti, capaci di affrontare le sfide con solidità e mentalità europea

L’Al-Hilal di Riad è alla ricerca di una guida tecnica all’altezza delle ambizioni del club in vista del prossimo Mondiale per Club. Dopo l’esonero di Jorge Jesus, il club saudita ha puntato forte su Simone Inzaghi come principale candidato per la panchina. L’intenzione è quella di affidargli la squadra per rilanciare il calcio saudita sul palcoscenico internazionale e dare un’accelerata al processo di crescita della Saudi Pro League.

Inzaghi come Mourinho?

Inzaghi come Mourinho?

Il principale artefice di questa corte serrata è Fahad Bin Saad Bin Nafel, presidente dell’Al-Hilal, deciso a portare Inzaghi in Arabia. Già a metà aprile il dirigente era sbarcato a Milano, dove ha alloggiato in un hotel di lusso e ha tessuto contatti importanti. La sua missione si è svolta in modo discreto, nel rispetto del momento cruciale della stagione nerazzurra, ma secondo fonti vicine al club saudita, il presidente sarebbe tornato in patria soddisfatto dei colloqui.

Voci e viaggi: l’ombra dell’Arabia su Inzaghi

Negli ultimi giorni sono emerse nuove indiscrezioni direttamente da Riad. Si parla di un possibile viaggio della famiglia di Inzaghi nella capitale saudita, segno che i contatti stanno diventando sempre più concreti. Un’altra ipotesi fa riferimento all’arrivo imminente di un emissario del tecnico interista per valutare di persona la situazione e preparare il terreno in vista di un possibile trasferimento.

Secondo i media locali, l’offerta messa sul tavolo da Fahad Bin Saad Bin Nafel sarebbe di quelle difficili da declinare: un contratto con stipendio superiore ai 20 milioni di euro netti a stagione. L’appuntamento per il possibile incontro tra le parti sarebbe fissato per il 1° giugno, ovvero il giorno successivo alla finale di Champions League a Monaco, che vede coinvolta l’Inter. La dirigenza saudita è convinta che Inzaghi accetterà, nonostante il contratto in essere con il club milanese fino al 2026 e le voci su un possibile rinnovo.

In casa nerazzurra regna l’incertezza. Da un lato l’Inter è ancora pienamente impegnata nella corsa scudetto, dall’altro cresce il timore di perdere l’artefice della stagione che potrebbe portare a due titoli in bacheca. Se davvero Inzaghi accetterà la proposta araba, lo si saprà presto. La decisione potrebbe arrivare a stretto giro di posta, subito dopo l’epilogo della stagione europea.

Inzaghi come Mourinho? Il possibile addio riecheggia il 2010

La situazione che si sta delineando attorno a Simone Inzaghi richiama inevitabilmente alla memoria quanto accaduto all’Inter nel 2010 con José Mourinho. Anche allora, il tecnico portoghese era reduce da una stagione memorabile culminata con il triplete, e proprio nel momento più alto della sua avventura interista decise di accettare la corte del Real Madrid. Oggi, quindici anni dopo, il destino sembra voler ripetere la storia, con Inzaghi al centro di un intreccio che mescola gloria sportiva e tentazioni milionarie.

Così come Mourinho lasciò l’Inter all’indomani della finale di Champions League vinta contro il Bayern Monaco, anche per Inzaghi si profila una decisione cruciale subito dopo l’ultimo atto europeo, sempre contro una squadra tedesca e sempre a Monaco. Se nel 2010 la chiamata del Real Madrid rappresentava l’ingresso nell’élite assoluta del calcio europeo, oggi l’offerta dell’Al-Hilal ha una natura diversa: non è la sfida tecnica a brillare, ma la prospettiva economica e la visibilità garantita dal Mondiale per Club.

Entrambi i casi hanno un elemento comune: il tempismo perfetto. Mourinho attese la fine della stagione per comunicare la sua scelta, consapevole dell’impatto che avrebbe avuto in un momento tanto delicato. Inzaghi, dal canto suo, non ha ancora ufficializzato nulla, ma secondo fonti arabe avrebbe già dato disponibilità per un incontro il 1° giugno, il giorno dopo la finale. Un copione che pare scritto sullo stesso canovaccio di quindici anni fa, con l’allenatore protagonista di una svolta proprio sul tetto d’Europa.

L’eventuale addio di Inzaghi, proprio come quello di Mourinho, lascerebbe un’eredità difficile da raccogliere. Se Mourinho ha segnato un’epoca, Inzaghi potrebbe essere ricordato come il suo erede spirituale, con un epilogo simile ma solo se dovesse vincere realmente la coppa.

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