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Perché Tare è quel profilo che manca al Milan: dalla sua abilità nello scoprire i talenti alla sua predilezione per gli italiani

Scritto da Manuel Bendoni, 21 Maggio 2025 - Tempo di lettura: 3 minuti

Tanta delusione in casa Milan e forse la dirigenza ha finalmente capito che serve un nuovo direttore sportivo. Tare punta sull'italianità, profilo basso e ottima capacità di scoprire talenti

Il passaggio di Tare al Milan passa anche dal fallimento del progetto di Milan Futuro. Il club è pronto a ridisegnare la propria struttura dirigenziale con l’arrivo di Igli Tare, ex direttore sportivo alla corte di Lotito. L’obiettivo è quello di dare al club un’impronta più italiana, esperta e radicata nelle dinamiche della Serie A: un cambiamento in linea con la visione della proprietà americana, che apprezza particolarmente la capacità del dirigente albanese di scoprire e valorizzare giovani talenti.

Igli Tare

Il Milan del futuro prende forma con Tare in cabina di regia: un progetto fondato su competenza, italianità e intuizione, per riportare il club stabilmente tra i protagonisti del calcio europeo

Una strategia chiara: valorizzare il potenziale esistente e trovare occasioni di mercato

Tare è noto per la sua abilità nel pescare profili promettenti e trasformarli in giocatori di livello. È questo uno dei motivi principali per cui il Milan lo ha voluto nella propria nuova organizzazione. Durante i colloqui con l’amministratore delegato Giorgio Furlani, l’ex dirigente biancoceleste ha ribadito la sua autonomia nelle scelte tecniche, pur rimanendo aperto al confronto e alla condivisione. La sua esperienza quindicennale con la Lazio, con cui ha vinto tre Coppe Italia e tre Supercoppe, rappresenta un bagaglio prezioso per un Milan che vuole tornare competitivo ai massimi livelli.

Negli ultimi anni, il Milan ha sofferto l’assenza di un direttore sportivo stabile, capace di fungere da interlocutore costante per giocatori e agenti. Tare colmerà questo vuoto, con una presenza regolare anche a Milanello. Ha già iniziato a osservare da vicino la squadra: era infatti presente allo Stadio Olimpico durante la recente finale di Coppa Italia persa contro il Bologna, occasione utile per farsi un’idea concreta delle necessità della rosa.

Idee chiare: costruire un gruppo “italiano” e competitivo

Il nuovo corso punta su un organico più italiano, o comunque formato da calciatori con esperienza nel campionato nazionale. Tare e Furlani condividono la volontà di allestire una squadra fisicamente solida, affamata e non troppo anziana. Un’identità chiara, fatta di intensità, solidità e conoscenza del contesto calcistico italiano.

Nel mirino di Tare ci sono già diversi nomi. Sulla corsia sinistra piace Destiny Udogie, ora al Tottenham, seguito anche ai tempi della Lazio. Sul fronte offensivo, il profilo di Dan Ndoye – protagonista con il Bologna nella recente finale – è tra i più graditi, soprattutto se in panchina dovesse sedere Vincenzo Italiano. Altro nome da tenere d’occhio è Jens Odgaard, centrocampista energico sempre in forza al Bologna, apprezzato per la sua intensità.

Per il reparto arretrato, Tare pensa a Mario Gila, difensore che ha già portato in Italia durante la sua esperienza alla Lazio. Un altro ex biancoceleste sotto osservazione è Luiz Felipe, reduce da una parentesi poco felice al Marsiglia. Tra i giovani italiani seguiti ci sono Pietro Comuzzo (Fiorentina), Giovanni Leoni (Parma) e Diego Coppola (Hellas Verona): investimenti potenziali sia per il presente che per il futuro.

In avanti, l’ex dirigente laziale guarda con interesse a Lorenzo Lucca dell’Udinese, attaccante fisico e strutturato che ricorda Tare stesso per caratteristiche. Il Milan valuta anche l’opportunità di rilanciare Federico Chiesa, reduce da una stagione in ombra con il Liverpool: un’operazione simile a molte già condotte con successo da Tare in passato.

Un sogno chiamato Milinkovic-Savic

Se potesse scegliere un nome da portare subito in rossonero, Tare punterebbe su Sergej Milinkovic-Savic, il talento serbo che lui stesso scoprì ai tempi della Lazio. Tuttavia, il costo elevatissimo dell’ingaggio e del cartellino – attualmente di proprietà dell’Al-Hilal – rende il colpo molto difficile. Più realistico, invece, è che il Milan cerchi un centrocampista con caratteristiche simili per rafforzare la mediana.

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