Due pesi, due misure: perché Gimenez è stato espulso e Beukema invece no
Interpretazione tutta da protocollo VAR, ma l'impressione che rimane è dubbia. Ci vuole maggiore uniformità di giudizio per non invocare dietrologie
Il Milan al centro del caso mediatico, in meno di una settimana. Due episodi praticamente identici ma dall’esito diametralmente opposto. Perché l’episodio dell’espulsione rossonera in Roma-Milan starebbe scatenando le ire dei tifosi (e la perplessità degli addetti ai lavori).

L’episodio tra Gimenez e Mancini ha rilanciato un interrogativo che continua a far discutere: esiste un metro unico nell’uso del VAR? Le opinioni contrastanti degli arbitri e la diversità di interventi in casi simili alimentano il senso di incertezza e malcontento tra tifosi, tecnici e giocatori. In mancanza di spiegazioni chiare da parte della classe arbitrale, le polemiche sono destinate a proseguire
L’espulsione di Gimenez ha riacceso il dibattito sull’uso del VAR ma soprattutto sulla coerenza dei criteri decisionali attivati in caso di interpretazioni diverse in episodi simili. L’attaccante del Milan è stato allontanato per una gomitata a Mancini, episodio che ha suscitato polemiche soprattutto se confrontato al precedente simile: il contatto tra Beukema e Gabbia nella finale di Coppa Italia, giudicato in modo opposto. Le proteste del tecnico del Milan, Sergio Conceiçao, e le analisi degli ex arbitri alimentano le polemiche per le interpretazioni divergenti in azioni pressoché equivalenti.
Il rosso a Gimenez e l’intervento del VAR
Il momento decisivo si è verificato al 21° minuto del primo tempo all’Olimpico. In un’azione a palla lontana, Gimenez ha colpito con una gomitata il difensore romanista Mancini. L’arbitro Piccinini non ha visto direttamente l’episodio, ma è stato invitato alla revisione al monitor dal VAR. Dopo pochi secondi di visione, ha mostrato il cartellino rosso all’attaccante rossonero. Un’espulsione che ha costretto il Milan a giocare in inferiorità numerica per oltre un’ora e che ha compromesso ulteriormente l’andamento del match.
L’allenatore del Milan, espulso poi per proteste nel secondo tempo, ha espresso tutto il suo disappunto nel post-partita, evidenziando l’incoerenza tra quanto accaduto a Roma e l’episodio simile nella finale di Coppa Italia contro il Bologna. In quella circostanza, infatti, l’arbitro VAR non intervenne su un contatto tra Beukema e Gabbia, lasciando l’olandese in campo.
Conceiçao ha sottolineato che lo stesso arbitro, Mazzoleni, era presente in entrambe le occasioni, ma ha agito diversamente, generando confusione e frustrazione.
Le opinioni degli ex arbitri: “Due episodi identici”
Anche gli ex direttori di gara hanno espresso forti dubbi sull’accaduto. Graziano Cesari, intervenuto a “Pressing”, ha definito i due episodi “identici”, ribadendo che anche Beukema avrebbe meritato l’espulsione. Secondo Cesari, il protocollo VAR non è cambiato e l’errore arbitrale nella finale è stato riconosciuto anche in ambienti AIA. Luca Marelli, su DAZN, ha spiegato che la gomitata di Gimenez è stata interpretata come un gesto violento e deliberato, da cui consegue automaticamente una sanzione pesante. Tuttavia, ha ammesso che la somiglianza con l’azione di Beukema è evidente.
Sui social, Gianpaolo Calvarese (ex arbitro di Serie A) ha commentato ironicamente la disparità di giudizio scrivendo: “Trova le differenze”. Già nei giorni precedenti, aveva criticato la gestione del VAR da parte dell’arbitro Meraviglia, evidenziando come l’intervento di Beukema su Gabbia fosse più chiaro rispetto ad altri episodi sanzionati con il rosso. Anche in quel caso, il difensore del Bologna non è stato espulso, alimentando ulteriormente il malcontento per la mancanza di uniformità nelle valutazioni.
In realtà, la discriminante applicata, giudicando le due situazioni sarebbe il momento dell’azione: mentre l’espulsione di Roma in Serie A è stata amplificata dall’azione lontana dal pallone, in Coppa Italia l’episodio sarebbe avvenuto invece contestualmente ad un’azione da calcio da fermo, per cui giudicato come un contrasto di gioco.
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